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Il latte

Capezzoli screpolati,
Il pianto di un bambino
Affamato
Che ti afferra i seni turgidi
E succhia forte.
Un rivolo di latte biancastro
Cade
Dalla tua carne macellata
Da quei dentini
che hanno appena finito
di bucare le gengive.
Il latte è
Egoista privilegio
Del non sapere ancora
che il tuo corpo è merce,
Che avrai fame,
Che forse elemosinerai amore,
Che un giovedì che piove
Succhierai le tette
A una puttana
Con gli occhi chiusi,
Con un rivolo di saliva
biancastra
Che ti cola dalla bocca
Sanguinante
Fingendo di non sapere
Che il tuo corpo è merce.
Avrai fame
E nessun capezzolo screpolato
A cui aggrapparti.
Ti rimangono buchi da riempire,
Organi da vendere,
Baci che manderai,
Silenziosamente disgustati,
Con gli occhi chiusi
Fingendo di non sapere
Che il tuo corpo è marcio,
Che il tuo corpo è merce.