G.156
La fine del mondo
“SEI LA FINE DEL MONDO”
Tempesta, fulmine, temporale e tuono.
Terremoto, eruzione, tsunami,
tornado, alluvione, valanga,
incendio e uragano.
Portare distruzione,
disperazione,
paura e morte,
sradicare piante,
uomini e
affetti.
Non so tu
ma io non voglio essere la fine del mondo
voglio essere arte,
tramonto,
alba,
aurora boreale.
Voglio essere sublime,
voglio lasciarmi guardare.
Assunzione di presunzione
Prendere di presunzione
il primo treno
e fuggire lontano
senza l’esigenza di dover sempre capire,
senza il compito di dover sempre ascoltare,
rassicurare,
accarezzare,
tranquillizzare.
Prendere di presunzione
il primo pullman
e fuggire lontano
senza l’oppressione dei risultati,
senza la paura di essere incompresi.
Prendere di presunzione
un po’ di presunzione
che è quello che mi manca
per incoraggiarmi a vivere per me.
Riflesso
Mi fai ridere quando mi dici
che andrà tutto bene
che non ci credi neanche tu
mentre ti tremano le mani.
Con quel sorriso
in 3D
e quegli occhi spenti
mentre mi ripeti “andrà tutto bene”.
Tutto scatta quando
mi accarezzi la fronte
dopo avermi ripetuto ancora
“andrà tutto bene”
quasi ci credo.
È da te che ho imparato
ad amare gli altri
a dire a mia volta
“andrà tutto bene”
ma da quando
mi guardo allo specchio
e tu non mi accarezzi più la fronte,
mi ricordo ogni giorno
che ho dimenticato di chiederti
come si fa ad amare se stessi.
Ho visto una coppia
di ragazzi
una ventina d’ anni ciascuno
erano stretti in un abbraccio
lei aveva gli occhi tristi
e lui le accarezzava le guance
come fossero tessuto pregiato
e le sussurrava parole all’ orecchio
mentre la stringeva tra le braccia.
È scoppiata in lacrime
ho temuto che lui potesse annegare
le ha raccolte una ad una
lasciandole scivolare tra le dita.
Una coppia di ragazzi
una ventina d’ anni ciascuno
e una scena che mi ha fatto
pensare all’ Amore.
Veleno svelato
Ti vorrei abbracciare
per dirti che non sarò il tuo veleno
non sarò coltello
nè sarò pistola
nè omicida
sarò antidoto
per ogni tuo male
sarò fiore
sul tuo cuore arido
Luce
nelle tue giornate buie
sarò la rotta da seguire
quando ti perderai
sarò tutto quello
che può farti stare bene
sarò tutto questo
anche se non ti so amare
Ma tu,
permettimelo.
Inedito
Io sono un poeta
e tu la mia poesia
io sono un cantante
e tu la mia canzone
io sono uno scrittore
e tu sei
e sempre sarai
mio mio inedito
perchè non sei per tutti
sei solo per chi
sa guardare oltre.
Indelebile
La pioggia scende
ad accarezzare i tetti,
i lampioni,
le finestre,
la pioggia scende
e sfiora dolcemente le foglie
piegate sotto il suo sottile peso.
La pioggia scende
e accompagna la strada
quasi come la prendesse per mano
quasi come la trasformasse in fiume.
La pioggia scende
e ti rivedo con i vestiti inzuppati,
i capelli bagnati
e le risate che non riesci a trattenere.
La pioggia scende e ti rivedo lì
dove mi aspettavi sempre
e sempre sotto la pioggia
non ti stancavi di sorridere.
La pioggia scende
e oggi quasi fa paura
perché ad aspettarmi tu non ci sei più.
La pioggia scende e
mi inonda il cuore,
gli occhi e
le guance
ma tu resti con il tuo sorriso
a riscaldarmi l’ anima.
Vorrei
un posto nel mondo
anche quando fuori
non c’è la luce del giorno
Vorrei
dimenticare per un po’
il passato
e vivere libera
da tutto ciò che è stato
Vorrei
non dover chiedere mai “posso?”
o “per favore!”
senza l’ arroganza
di temere sempre
un errore.
Vorrei tanto,
troppo,
braccia in cui restare
ma non faccio altro che scivolare,
evitare,
provare a scappare.
Desideri di ragazza
contro gli anni 2000
in cui basta una tv,
un’ iPhone,
un mi piace
e tutto gira.
Desideri di ragazza
fuori luogo e fuori tempo
che va avanti e resiste
e fa corse nel vento.
Di te
di me
di noi
mille giorni persi
cinquecento guadagnati
ma sui restanti cinquecento
ti chiedo gli interessi.
Nel buio della notte
ho paura di cadere
dal quarto piano
delle tue incertezze
il pavimento trema
sotto le mie suole
Magnitudo 7.5
perdo l’ equilibrio
ed è vuoto.
Precipito
e tu non ci sei
Precipito
e non so salvarmi.
Questo terremoto
non è un moto della terra
è un cuore moto,
un movimento del tuo cuore
mentre fai l’ amore
con una donna
che non sono io.
Precipito
lasciami cadere
se il mio atterraggio
non possono essere le tue braccia.
Piccole scosse impercettibili
sfiorano la pelle
la accarezzano dolcemente
Ho gli occhi stanchi
le ruote della valigia sfiorano l’ asfalto
lo accarezzano dolcemente
Ho le braccia stanche
le voci si confondono
tra la folla
un “ben tornato!”
Ho i piedi stanchi
il treno regionale porta ritardo
forse quindici, venti, trenta minuti
Ho mal di schiena
si parte
di nuovo
viaggia veloce
macina i binari
i chilometri
confonde le immagini
ma un’ energia si impossessa di me
brividi.
Ancora.
Ho le gambe stanche
il buio del sottopassaggio
mi fa paura
mi sento piccola
Chi me l’ ha fatto fare?
Piedi veloci,
scale,
scalini,
ruote,
asfalto.
Poi, finalmente, il mare.
I brividi non abbandonano la mia pelle
la accarezzano
le mie lacrime si confondono
con l’ azzurro
questa volta non è il cielo
questa volta non è una fotografia
questa volta è il mare.
Ho il corpo stanco ma il cuore felice
Ho il cuore felice e sono giunta
finalmente
a casa.