L’ho percepita
È sicurezza, la tua.
Piange, è stanca di non potersi mai stancare
Perché è impegnata a farmi sentire sicura
E sì… cura.
L.119
Sono moltissime,
le tue parole
esplicitate dal discorsivo fluire
delle tue pupille,
apparentemente quasi inespressive;
loro danzano per chi sa ascoltare
la loro musica,
loro ti sentono
Non ti ascoltano,
sentono
non ascoltano,
si estraneano dal banalissimo suono
delle parole,
sono per pochi.
L.119
Siamo l’odore pungente di una società distopica,
bestie della fattoria di Zio utopia.
L’eterno,
è soltanto una porzione infinitesimale di quello che può muovere una tua idea!
È la vita che te lo sussurra all’orecchio:
“annega il tuo dolore gareggiando contro la morte e provando a spaventarla con i tuoi sorrisi”.
Il dolore rimasto tra i denti..
sotto le unghie raschianti una via d’uscita,
tra gli interstizi delle tue ciglia,
e tra le lamine taglienti quali sono le tue parole,
che infangano il mio nome.