M.07
Pensieri
si arrampicano
sulle braccia dei pini marittimi,
penzolano e rumoreggiano
come scimmie incazzate
Osservo
Seguo le chiome aghiformi
sfiorarsi in poligonali perfette
che lasciano spazio
solo a un triangolo di cielo,
terzo occhio
sulla calma che cerco
Respiro
le domande della generazione dei miei genitori
Niente.
Questo è ciò che faccio,
niente.
Non c’è chi si preoccupi
della mia occupazione.
Deglutisco i sogni
per il futuro,
già masticato nel passato e
vomito disillusione nel presente.
Rimbalzo dal grigio al nero
con un cappio alla gola.
(penso)
“E tu che fai?”
per S.
Per le strade
suona la colonna sonora
della mia tristezza.
Glicine e gelsomino
riempiono l’aria.
Questa primavera
non è per te.
E accanto a me
ronferà il tuo ricordo.
Disegno dal vero
Peccato tu non possa essere
il mio bianco sentiero
Peccato io non possa seguire
la rotta da te tracciata
in acrilico rosso volitivo
Mea culpa averti incontrato
prima di conoscerti
Mea culpa aver bramato
che le tue mani disegnassero il mio volto
che la tua accortezza fosse rivolta a me
Dovrò tratteggiare una nuova direzione
per placare la mia libido
contornata di nero carboncino
Dovrò lasciare che tu sia una sagoma lontana
appena abbozzata con impalpabile fusaggine
per smettere di desiderare solo te
PMC
Gazza, ladra
del mio amore,
insegnami a volteggiare nel tuo presente
e a riposare lieve
sulle catartiche nuvole dell’infanzia
Prendi un mio dito nella tua mano minuta
e conducimi attraverso l’incanto
Gioca con me …
facciamo “giro tondo” mentre colori il mio mondo
Impara da tua Madre
che ricalca la Terra
Vedi com’è bella?
Ora basta, non resisto, salta su!
Poi dammi un bacio e niente di più
Baciami sempre
quando non ci guarda nessuno
Baciami con gli occhi
segretamente
Fatti luce e
disserra il tuo sorriso appiattito
se mi scorgi
Non appartengo a nessuno schieramento
Non ho alcun credo
La mia politica sono io
Il mio dio sono io
Io! Io! Io!
Femminicidio
Sono morta ai tuoi piedi
colpita dal tuo odio
prepotente e possessivo.
Ora non posi nemmeno lo sguardo
sul tuo delitto disumano.
Ero il tuo ‘grande amore’
il tuo ‘bene più grande’
al quale non potevi rinunciare
ma continuavi a spaventare.
Oggi per l’ultima volta.
E finalmente sono libera
dalla tua accecante gelosia,
dal tuo patriarcale maschilismo.
Avevi infranto il mio sogno d’amore
io, volevo solo fuggire dal mio dolore.
Ph.
Tu
come altri
mi guardi
ma non mi vedi.
Semini musica e risa
fraintese
mi guardi
e ritagli immagini
di me
che non mi vestono,
non mi vedi.
Mi guardi
e decidi che
non ho nulla da darti
nulla di me ti può arricchire.
Mi guardi,
indosso l’abito di preconcetti che hai cucito
volto le spalle e vado.
Ora vedi.
Fiele
Rami spezzati
cadete lontano
il tronco è ormai secco
del colore del grano.
Pronto al raccolto
brilla dorato
sotto la falce
dal taglio affilato.
Si miete sempre,
durante una vita,
il campo è rinnovato
che pace infinita.
Mimesi
Vado a fare un giro.
Dove?
Non so,
cerco il freddo.
Tirami fuori
da questo angolo.
Prendimi per mano.
Sono sola
in questo luogo
fatto d’indifferenza
e grigiore
dove le giornate si susseguono
tutte uguali
identiche e noiose,
come pioggia battente.
L’estate
ha camminato a lungo
e ora che il freddo
è arrivato
sembra tutto
monotono.
Sono annoiata
fino alle lacrime.
Offrimi un diversivo.
Rosaria
3 colli
Città di vento
che hai accompagnato
la mia infanzia,
ti osservo dall’alto.
Ora che più di prima
sei coperta di sole
e polvere,
so che mai sentirò
la tua mancanza.
Ritornerò ogni volta
per ricordare
e imparare nuove cose
dal mio passato
per nuotare
nel mare brillante
che solo Tu
sai offrirmi.
Ma ti ho già dimenticata,
non sono più
parte di te.
Inesorabilmente
Ormai sono dodici.
Sembrano ore
perché il tormento
resta lì,
immobile,
a osservarmi.
Tu ormai
sei polvere,
come quella che soffio via
dalla memoria che
ti conserva
come fossi un’istantanea.
Immobile.
Come il mio dolore,
chiuso in quella casa
semivuota
e abitata da estranei.
Il Dolore sa
come aprire quella porta
e ogni volta
si presenta in compagnia
delle mie debolezze.
Atrani 1.2
Nascere gabbiani
non è poi così male.
L’ho capito
guardando giù,
dalla scogliera
come tu non volevi.
Cosa mi diresti oggi?
Avresti i capelli bianchi,
come la terza conchiglia
che mi ha regalato
questa spiaggia nera.
Atrani 1.1
Un ricordo di me
galleggia
in questo mare
verde profondo.
Io che nuotando g-rido.
Provoco onde
tra le onde.
E tu – papà –
sospeso tra bianco, verde e roccia
agiti la mano,
sorridendo.
Ainda
Ando pela rua
com cara cor cinzento
com olhos perdidos
em pensamentos
dos momentos
que nunca mais
vou esquecer.
Porque não sou eu
que mando
mas, também se
só foi um engano,
eu nunca mais
vou te esquecer.
E agora apenas espero
o momento
que a memória
não vai ter sofrimento.
Soffoca le grida nel cuscino
forse dormirai meglio.
Il sale che berrai,
sarà sonnifero
e al mattino
avrai dimenticato tutto.
Se i sogni te lo impediranno,
prima o poi,
smetterai di sognare.
Rios
Os nossos rios
correm rápidos.
O teu mais
do que o meu.
Correm separados.
agora perdidos,
como lágrimas na chuva.
Mas um dia, talvez
se reunirão
no mar infinito
da vida,
para se juntar
novamente
numa água só.
- promettimelo! -
dicevi
ma
divisi dallo spazio
presi dai giorni
dimenticheremo
ciò che ci siamo promessi.
Occhi
C’è tempesta
nei tuoi occhi
che possiedono il mio spirito
risvegliato.
Ora sono tuoi anche i miei.
Perché i miei occhi
stanno nei tuoi che,
ormai stanchi,
mi appartengono.
prostituta
Il suo corpo
è carne putrida
in pasto
agli avvoltoi,
non le appartiene più
è ormai tardi
dia-a-dia
Contigo.
Agora.
Contigo neste dia
de Sol.
Porque hoje posso
não me lembrar
do passado.
Porque é sò rir,
contigo.
Agora.
Amanhã já não sei.
vou embora
e não volto mais.
sempre o mesmo
Dói.
Dói-me porque está
estragado.
Isto sempre depende
de mim,
que não sei estar
vestida,
que cada vez
apresento o meu corpo
à chuva.
Muda o céu
mas não a chuva.
E ainda não tenho aprendido
qual é o lugar
onde poder esconder-me
para não me molhar.