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جاثُوم

Antichi timori di ritmi battenti,
aria stagnante e palpebre tremanti,
un uomo incosciente che gioca col fiato
un suono sordo che brucia il palato.

Sangue rappreso tra corde vocali
tossisco in affanno ragni metallici
una crisalide in equilibrio su muscoli nevralgici
obnubilato e perso in labirinti maniacali.
Dilaniando parti di me per rigenerare.

Ombre silenziose dall’algido respiro come
danze battenti su corpi catatonici
lacerano l’addome in istanti caotici
perdo la cognizione del tempo.
Rigenerati dilaniandomi.

L’alba ti corrode i tessuti, scompari nel nulla con la promessa di ritornare appena la luce smetterà di bruciare.
Non è rimasto niente più che avanzi.
Afrore rancido di corpi lasciati sotto il sole a marcire senza testa.
Riesco a muovere la punta delle dita giusto il tempo per toccare il vuoto.
Si ricomincia.