Padre mio,
che ti sei perso prima che io ti trovassi
mi hai fatto accettare il male,
ora voglio il bene.
Mi hai ucciso prima del concepimento
nato da un seme malato
io, lo spermatozoo piĆ¹ furbo e vigliacco
ho ingannato la natura
sono nato piangendo per te
che conficcavi pugnali nelle tue vene crepate.
Un attimo dopo, ero adulto
in piedi accanto a te
mentre mi mostravi l’orrore del cuore tuo,
con un fare tenero
che ha reso dolce quell’aspro succo.
E allora, ho capito
che non sono mai stato adulto o bambino
o ragazzo o neonato che sia
mi hai trasmesso la saggezza del dolore
incanalando in me vibrazioni stellari
tremando di consapevolezza dopaminica.
La puerile soddisfazione
degli eterni insoddisfatti.