Soffocami con le tue
cosce e posa
un garofano rosso
sul petto del mio cadavere
immergi
la faccia
nelle mie budella
e divorami
la coscienza, divorami
il cuore
estirpami
dal cervello
ogni radice
ogni
radicale
percezione astratta
che mi porta a immaginare
le tue dita intrecciate
alle mie
mentre adagio
ammiro
il passaggio
del sole sul nostro giardino
in un’afosa estate
di quarant’anni a venire.