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Da Celestino a San Lorenzo

Su quell’ombrello ci potrebbe aver pisciato un cane

un cane bianco e nero

ma non era il mio.

 

Lei come me.

 

Con quella faccia trasognata

gli occhi sgranati alla ricerca di qualcuno

o forse di nessuno.

Di tutti.

Con mille fragilità marroni,

o erano verdi,

erano fragilità in ogni caso.

Non apparteneva a quel mondo e si trascinava dietro l’ultimo baluardo di casa

di qualcosa che sentiva come casa

come scoglio

come approdo.

Una fragilità a guinzaglio

per sentirsi forte.