Andrà tutto bene,
come quando in macchina ti metti a sedere,
al volante dopo il sesto bicchiere.
Pensare al tuo nome
è un conato di vomito,
un dolore appagante
un piacere insolito.
Libera il male da questo corpo
ma stende a terra dal contraccolpo.
La paura si insinua tra le sinapsi
come un serpente che cerca la preda.
La ragione pacata invita a chinarsi
senza curarsi in cosa tu creda.