Torbido come il mare d’agosto
Non si vede che il cielo riflesso nella stanza
È un tripudio arancione, giallo, rosso
Tulipani finti
Quelli veri sono appassiti
Sarebbe bello spiegare quella mappa
Scorrerla per cercare quella via sconosciuta
Scoprirla con delicatezza come si fa con un fiore
Già conosco le tue curve sinuose
Lo sguardo un po’ sognante (chissà se c’ero anche io)
E quell’incavo tra spalla e collo
Dove vorrei riposare
È possibile? È troppo?
Lasciate che almeno apra un po’ questa porta
Voglio farmi male, ma di quel male bello
Che me ne ricordi
Ne varrai le pene
Il mio mare infuocato