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marzo

Non so come afferrare
i nostri sguardi,
come renderli poesie,
come poter scrivere di un amore
non ancora sbocciato in primavera
ma già morto d’inverno
tu,
tu che hai la voce per parlarmi: svegliami!
Scuotimi dal nichilismo in cui riverso
da una breve eternità,
tu svegliami, svegliami, svegliami
da questo letargo onnipotente,
che io voglio respirare con i polmoni
e sento di poter far nascere dei fiori
se filtro l’ossigeno dai tuoi sospiri
ma svegliami, svegliami, svegliami
perché di dormire sono già stanca,
ora voglio morire di vita