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La luce e gli elettricisti

In chiesa,
mi persi fra pensieri gravi,
come la polvere sui marmi.

Avessimo un lume qualsiasi,
per rischiare i nostri tempi,
e direzionare il torpore.

Ah, gli Dei,
strane creature che evadono
la loroconcezione,
come mai generati
da stirpe alcuna.

Ed adesso,
nel buio delle candele
che inteneriscono i volumi e le forme
di quei volti
e di quei colli,

amoreggiano candide
le ombre della giornata.

Combattevo con linee e numeri
la mia indecisione
e battevo lo stilo contro il legno,
ritmando la fine progressiva.

Gli elettricisti.

Accesero le luci ai nostri santi.

Allora le loro sembianze sotto nuova luce vedemmo
e non avendone paura,
banchettammo sui loro cenotafi.