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La stabilità uccide

la spinta creativa delle mie parole,

solo le emozioni drastiche e impertinenti

scuotono, quando non sono gentili,

l’arte della mia vita.

E mi domando se vale la pena

emozionarsi soffrendo

per ricordarmi che io

non sono nulla se non creatività.

E mi domando se vale la pena

emozionarsi ridendo

per ricordarmi che io

non sono nulla se non soffro.

Non appartengo ad alcun luogo

Non appartengo ad alcun luogo,

se non a me stessa.

Come posso trovare una casa

senza comprendere,

senza amare,

senza sapere da dove cominciare.

Casa è stata la famiglia,

casa è stata la scuola,

casa è stata il bar del sabato sera.

Ma casa in realtà è quella spiaggia,

quella baia piccina che sogno tutte le notti.

È quel famoso scoglio che pian piano scompare,

perché anche le rocce più forti

sono erose dal mare.

Non chiedermi

Non chiedermi come sto
quando il mio sguardo è assente.
Non chiedermi come sto
se ogni giorno non parlo,
non esprimo opinioni.
Non chiedermi come sto
quando non riesco a portare
il peso dell’esistere
e, a un passo dalle lacrime,
ti rispondo con un fievole “bene”.
Non bastano le parole
per esprimere il disappunto che provo
verso i miei pensieri.
Inutili, asettici.

Questa vita è soltanto una recita
in cui non siamo altro che
la mera personificazione
di un qualcosa che abbiamo scelto,
per caso.

Insicurezza

Quante vite sono necessarie

per esser certi

di essere esistiti?

 

C’è tanto da aggiungere

ma lo spazio è poco.

Saturnina

Non vedo più

nessuna linea tagliente d’orizzonte

 

Il sentiero battuto si perde

dietro al gonfio tumore della collina

e oltre il cielo sgombro

è del colore grigio-azzurro dei pesci

 

È un paesaggio di carta da zucchero,

vello di sabbia astratto

lo ricopre con ferrea tenerezza,

il silenzio è sacro

 

Io alla sera bevo caffè freddo

e fumo

 

 

Come ti muovi

Come ti muovi
nel mondo
non puoi fare a meno
di far danni.

Chiarore

Ho appreso a mie spese che la luce finisce
superflue le speranze,
vana cosa gli ideali.

Avevo sempre sperato che qualcosa
risplendesse,
continuamente.

Ho appreso a mie spese che la luce desiste.
Ma tu non temere il buio,
non esiste.

Dalla finestra vedi acceso un lampione,
ce ne son tanti, in strada,
a dar vita a un chiarore.

A voi tre

Ma perché continui a colpirmi
senza degnarti di chiedere scusa?
Non sono un salvagente
con cui non annegare.
Ti ho voluto troppo bene
per non restarci male.

Ma è tutto troppo rotto
per poter ricostruire,
ormai troppo malati
per poter rinsavire.

Senza filtri

Abbi cura di te

abbi cura delle tue poesie

assicurati di dedicarle

a chi si prende cura di te

si siede sui tuoi pensieri

lievemente

senza frantumarli.

Melodicamente

ricordati di me

che mi mostrai a te

come gli alberi si mostrano

in inverno

completamente

senza filtri.

Ricordati di me senza filtri

di me che ti irritai i pensieri.

Scusa, io non ce l’ho fatta a scaldarti

I lividi del tuo sguardo

Percepisco ancora

l’energia che

i lividi dello sguardo tuo

producevano

Tentavano di respingermi

Baciarli  è stato difficile

Spero che un giorno

diventeranno campi

fioriti di luna