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Levante 2

Sarà che l’alba non
ispiri tanto quanto
il calar del sole,
perché sulla fine c’è
molto più da scrivere
che sul seducente principio.

Levante

Che io sia per te l’Aurora:
un nuovo inizio incurante
del cadenzante crepuscolo
che sembra apparire inevitabilmente
imminente.

Che tu sia per me l’antidoto
di un velenoso gioco di rime
che allontana il tramonto
perpetuo e vicino
come Zefiro soffia leggero
sul mare calmo di un primaverile
mattino.

Pour toi, mon plus grand secret:

Quando mi chiedevi
[in quella notte di pioggia battente]
a chi fossero dedicate
le mie poesie.
Quando ne hai letta una davanti a me:
sorridendo [incurante del nubifragio].
Ho sentito un laccio emostatico
che mi stringeva il cuore,
stavo come annegando
[in quella furibonda burrasca d’acqua e ardore]
non potendoti confessare
il segreto più grande.

Elles sont pour toi.

V per V

Al sesso rifiutato
agli uomini respinti
ai freni imposti
io brindo
appagata dal movimento
delle mie dita

NON VOGLIO NESSUNO OLTRE TE

Anche stasera la sambuca
[da più di un anno ormai]
pungola l’immaginazione.

Sarei impazzita
con la tua lingua
al posto
della mia mano.

Scilla, non Cariddi

Continui ad inorridire
di fronte Scilla:
dodici piedi
sei lunghissimi colli
e sei bocche con
tre file di denti.
Non hai torto,
fa davvero spavento.
Se solo ti fermassi a
guardarla negli occhi
profondi, penetranti,
dal carattere intimidatorio,
schivo, autentico,
a tratti felini, furtivi,
scorgeresti un’anima
spaventata, tradita.
Non dovresti aver
paura di quel mostro,
la vera bestia
[che l’ha resa così
è Circe.

Bell’s spaceship paradox

La presunzione, non di arrogare dai sistemi di riferimento inerziali il non essere privilegiati, loro lo sono da sé, è relatività; semplicemente di esigere da me il dovere di riuscire a capire come l’azione si svolge in maniera differente in ognuno di essi.

Come due astronavi
legate da una sottile stringa
su due iperboli diverse con asintoti paralleli
ci stiamo allontanando.
Dall’esterno non potranno mai osservare
che tu vai sempre più veloce
ed io rimango indietro.

Ho imparato che tutto è relativo,
che non puoi vedere con gli occhi di un altro
è per questo che per il pubblico
saremo sempre alla stessa distanza
e quando il filo si spezzerà
loro si chiederanno perché,
ma non troveranno risposta.

Relatività speciale

e se grido e non mi senti
è perché io sono prima
e tu sei dopo
l’orizzonte degli eventi

Un po’ del tuo tempo

Sovente la sera mi piace pensare
che i miei versi alla fine
non siano boriose inutili rime,
ma delle storie da raccontare.

E seguendo questi passi con le dita,
ti prometto: non saranno parole al vento,
tu regalami un po’ del tuo tempo
io ti do in cambio la mia vita.

Sestri Ponente

“Non c’è rosa, non c’è iris
che possa superare la tua bellezza.”
Sarebbe potuto appassire il giardino,
del nostro amore avevamo la certezza.

Erano questi, alla luce del meriggio,
i tuoi giuramenti solenni,
convinti che dal trascorrere del tempo
ne saremmo usciti indenni.

Ma affranta dalla fine
e rimuginando sul domani
spero almeno di riaverti
con questo fiore tra le mani.

Scriverei di te
e cercherei:
parole distinte
termini eleganti
espressioni artefatte
vocaboli raffinati
massime famose
verbi sofisticati.
Sicuramente userei
figure retoriche difficili e barocche,
rispetterei persino la metrica.
Ma che sciocca,
non importa di servirsi di orpelli
pretenziosi, ostentati,
forzati, leziosi.
I versi più semplici e
le emozioni più spontanee
saranno benvolute.
Perché sei tu
la più pura,
la più sincera,
la vera Poesia.