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Verranno i tuoi occhi ed avranno la morte.

Verranno i tuoi occhi ed avranno la morte.
Quegli occhi che porto ancora con me,
stringendoli tra le mie dita
e che ogni notte
si posano leggeri
sui miei,
coprendoli
per non vedere
altro che
il buio
del tuo abisso.

Verranno i tuoi occhi,
con le loro orbite
che io, cosmonauta in esplorazione,
devo incessantemente percorrere
per poter arrivare a te,
alla tua essenza,
allo specchio dietro il quale ti celi,
alla tua anima,
a tutti i pianeti che mi nascondi,
e a quella che
silenziosamente
mi stringe,
mi avvolge,
mi perseguita:
la mia morte.

Io amo.

Amo
di me
tutte quelle debolezze
tutte quella voglia di esagerare
tutti quei desideri infiniti
tutti i miei naufragi temporanei
tutti quei brividi
tutta quella voglia di sentirmi uomo
con tutte le mie cicatrici
i miei pezzi difettosi
tenuti insieme quasi per miracolo
i miei occhi di meraviglia
davanti alla magia di ogni giorno
le paure che tengo nascoste
dentro me
come fantasmi di un castello abbandonato
e tutte quelle cose
che forse
di me
non hai mai amato.

Memorie di oceani perduti

Io,
come un naufrago
mi aggrappo
mi stringo
mi lego
ad ogni ricordo
immagine
frammento
pezzo
ad ogni onda
disegnata dai tuoi capelli
ad ogni contorno di cielo
sulla tua pelle
dietro le costellazioni
dei tuoi nei
ad ogni finestra che
si apriva solo a me
dentro gli occhi tuoi
ad ogni linea
così
dolce
curva
perfetta
che ci univa
in un sol bacio

Quante geografie
memorie
fotografie interne
esplorazioni
parole
sensazioni
brividi
restano a me solo,
io che come un naufrago
mi perdo ancora
dentro di te
per poterti studiare
ammirare
capire
e fissare
nell’eternità di un attimo.

 

A te, Aurora

Sai,
certe volte
vorrei sentire
solo
le tue dita
tra i miei capelli
e vederci così
noi due,
persi in un
mondo tutto nostro,
vicina
al mio petto
con tutte le tue paure
e sussurrarti
ancora
quelle parole dolci
che di me
odi ancora
mentre
silenzioso
il giorno muore
intorno a noi.