Per fortuna ho firmato un contratto
di non divulgazione con me stesso
Per fortuna ho firmato un contratto
di non divulgazione con me stesso
Ho sempre temuto
Le spettrali
Auto vuote
Nelle vie silenziose
–
Ma in quelle sere immorali
Il pensiero che mi scuote
Esplose in teorie ambiziose
–
Se ogni macchina
In cui si consumano
Atti d’amore
Segnasse il cielo
Con un getto di luce
–
Illumineremmo a giorno
Questa città che seduce
Se non ti vedo
Mi infesti di dolcezza
I pensieri
–
Mi rivolgo a te
Aria fresca
Nella città stantia
Il pezzo faceva
“Pelle sacra, pelle glabra”
–
Prima che ti dessi
Il primo bacio
–
Il contatto mi ha assordato,
I tuoi suoni imperavano
Il mio udito fremente
Ignaro della Musica
–
È stato non esistere,
A letto con te
Ho dimenticato la morte.
C’è molto di più:
Un terreno fertile
Di sensazioni,
Finestre sul mare.
Siamo giunti all’orizzonte
Per giocare con le parole
Con gli occhi sbarrati
Nessun ombra di sonno,
Mica per tormenti emergenti,
Caldeggiata da una noia
Che in oscura solitudine
Non mi coglie affatto
Preso da focose fantasie
Ho fatto della sincerità
Un’arte croccante
Al sopraggiungere subdolo
Di bugia noi condiamo la realtà
Vi apparirò impopolare,
Ma questo polline,
Che s’infila nelle narici,
Danza brillo nell’aria,
V’infastidisce nel sole,
È per me una libidine
Come scogli turbati, dalla mareggiata
Vengono erosi
i tuoi ostacoli interiori
Dagli interminabili Oceani della Notte
Evado le mie linee guida
Indotte per evitare la tortura
Ritrovandomi impantanato
Nel letto sudato bramante grida