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I tuoi occhi verdi azzurri blu marroni e gialli

Scende l’inverno, ma non più mi tange
Assopito nel cuore il freddo
D’una vita di colpe, colpi, corpi.
Il torpore mi attanaglia, ma sono viva
– mi ripeto e mi scuoto.

Sei gelida – mi dici e mi prendi le mani.

Mi vedi dentro o senti solo la superficie?
È un dubbio che mi porto dietro,
Da quando mi sfiorasti la prima volta
Con i tuoi occhi verdi azzurri blu marroni e gialli.

E forse non sai di tutte le volte che mi riparo
Nelle tue iridi quando piove dentro le mie,
Come quando nel letto tiro le coperte fin sopra le orecchie
E tu mi chiedi: che stai facendo?
Mi sto solo crogiolando in questo tepore
E prego – ti prego, Dio, anche se non credo –
Che non mi possa mai scaldare.

Magari questa è la nostra tacita promessa,
per non smettere mai di toccarmi.

Blu

Si fanno bianchi i miei pensieri

Tela per le tue parole blu mare;

Ora muri di sabbia s’infrangono

E devo imparare a nuotare

Coincidenza

Ti vidi scendere molto tempo fa

E con lo sguardo lontano ti seguì,

Nella tua valigia i sogni miei.

Non ti fermai e tu non ti voltasti.

Sono passati anni da quel giorno,

Ma conservo ancora il biglietto

Scaduto, nella tasca più profonda.

Ora nel viaggio un solo pensiero

Si stringe nel petto e m’accompagna:

“Se solo il cuore, come la vita,

Fosse un treno sempre in orario,

Non avremmo perso la coincidenza”.

In riva al mare

Dinanzi a me il cielo s’accende fioco,

Rosee le gote riflette sul mare

E di te il ricordo s’infrange acre,

Come salsedine nelle narici.

In questo incessante ondeggiare,

Rimembro delle tue parole la calma

Irrequieta, l’attesa e il suono

Tacito sul fondo di una conchiglia.

Così, qui seduta aspetto il dì

Onde, come sassi all’orizzonte,

Oseranno grevi i sogni miei

Verso rive che bagnano i tuoi piedi.

La tua assenza

Accade, nelle notti più nere,

che s’insinui fra i ricordi,

distorto, confuso e sbiadito,

uno fra tutti mozzafiato:

è il tuo sorriso.

 

L’osservo con l’occhi chiusi,

mentre Morfeo disegna

con tratti inverosimili

un mondo color pastello,

ove m’attendi perpetua

nella tua bellezza.

 

Così, ti spoglio nei sogni,

di quei pensieri che silenti

ti hanno rubata, un lontano dì,

ai miei desideri più profondi

e ti dedico eloquenti silenzi,

acuti come la presenza

della tua assenza.

Figlio del Sole

L’inverno s’accinse alle mie porte

e con sé portò tiepido lo sguardo

che impallidire fece la morte;

 

Ridondate per il fato beffardo,

che per te flebile volle la vita,

fu il calor del tuo ‘riso testardo;

 

Figlio del Sole, tua la margherita

Che colma d’amore sfidò il vento

E si posò sull’alma mia sgualcita;

 

Come primavera fu nel cuor spento

E dei sogni miei il rosseggiare,

Che il mare cinse al firmamento.

Curve

La tua strada è piena di curve

Che ho percorso ripide e torve,

Dai pensieri increspati ai ricci ramati

In cui perdo le dita e l’anima rapita,

Mentre navigo degli occhi le onde

Per sbarcare sulle tue pallide sponde.

In lunghe discese mi lascio scivolare,

Su fianchi che la mia mente fan spiegare

E dall’ombelico ai seni la lingua scrive

Rime che risalgono del tuo collo le rive.

Ma fra tutte le curve che ho esplorato

Ad una bramo perdere il fiato:

È la tua bocca, mentre ti sfioro il viso,

A rallentare la mia vita col suo ‘riso.

Ove s’appende

Il desio fervente

Se la Città s’accende

E le stelle son spente?

Un pensier s’accende

S’ode il crepitio

Che il cor scalda

Ma in mano sfuma

E di te la scia profuma

Malinconia

Il silenzio ascolta

Della parola in me raccolta

D’un battito l’eco sordo

Che cade sul ricordo

Come neve sulla Città

Si lascia dietro una scia

In un attimo d’eternità

Di candida malinconia