Le regole standardizzano il comportamento, lo rendono prevedibile e fanno quindi sì che le persone sappiano come procedere, e possano prevedere le conseguenze di ciò che fanno. Assenza di regole o regole confuse rendono difficile o impossibile portare a compimenti compiti e progetti e persino riuscire a seguire lo svolgimento normale della vita. Senza norme la vita è solo dubbi e paure. In questa condizione di incertezza debilitante, l’individuo inizia a cercare spasmodicamente certezze per liberarsi dal dubbio e finisce per accordare fiducia a tutto ciò che promette di assumersi la responsabilità di dargli delle certezze. Nel mondo contemporaneo, un mondo liquefatto, il processo di disgregazione delle certezze è già in stadio avanzato.
Al problema dell’organizzazione dei mezzi per raggiungere i fini, si è sostituito il problema di scegliere i fini, fra le tante possibilità esistenti e fluttuanti intorno. L’assenza di solidità, di progetti, di fini condivisi lascia gli individui prigionieri di una libertà incapacitante. Il mondo è un tale insieme di opportunità in movimento, continuamente nate e sfumate, che diventa impossibile orientarvisi e coglierle effettivamente.
Nella modernità liquida l’effimero trionfa sul duraturo, la prospettiva dell’istantaneità su quella dell’eternità. Conservare a lungo qualcosa è segno di privazione, cambiarla, aggiornarla, sostituirla, rinnovarla, è invece segno di ricchezza.
«Un osservatore cinico potrebbe dire che la libertà giunge quando non è più importante. C’è uno sgradevole aroma di impotenza nella gustosa pietanza della libertà cucinata nel calderone della individualizzazione; una impotenza avvertita come ancora più odiosa e frustrante se si pensa al potere che – si riteneva – la libertà avrebbe conferito»