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6181 (la paura che ho di perderti)

Hai mescolato la tua anima con la mia
Fino a farne una soltanto
E adesso che non ci sei
E adesso che non so nemmeno se ti manco
Mi parli con distacco
La pioggia fine mi picchietta sul cuore
Ora che un po’ la vita mi sorride
Vorrei soltanto gridare il tuo nome
Ma la notte è una voragine
E se è vero che
Gli occhi sono lo specchio
Dell’anima (nostra)
Penso di essere diventata cieca

Non affogare, ancora

Duro colpo

Che la vita t’ha inferto

Nascendo

Ti hanno detto

Di esser felice

Ti hanno detto

Che la vita è una

Di non sprecarla

Ti manca tempo

Nelle ore vuote

Che vanno veloci

E non tornano indietro

Hai sbagliato strada

Tante volte e non hai

Mai corretto il tiro

Perché a questa egemonia

Della felicità

Preferisci tagliarti le mani

Col dolore pungente

Di una vita vissuta

Di una vita buttata

Di una vita immaginata

Maria

Disegnami un cielo

che ci contenga

insieme

ma inviami le coordinate

perché io non so la strada

per raggiungerti.

E poi aspettami

per un altro gelato

da sorridere insieme

al sapore di perdono e

delle tue carezze.

Io arrivo, tu aspettami

Cielo squarciami la pelle. Rivela il mio infinito

Vento portalo ovunque, portalo altrove

“Morning Song”

Mattina entra in casa come un tuono

spalanca il volto delle tenebre

rompe le barriere di chi

troppo solo anima fragile

ha vietato a se stesso

per troppo tempo

il diritto ad esser leggero.

 

Una canzone si chiama

“canzone del mattino”

riscopre la mia natura

la regala a chi vorrà restare

dopo la notte

a bere un caffè forte amaro

mentre rinasco nuova

ogni giorno diversa

ogni giorno più vicina

alla mia vera natura.

Per ogni mio pensiero
Ti sboccia
In petto un fiore

Ancora non lo sai
Che hai nel cuore
Rosa
Gialla
E verde
Dirompente
Primavera

Quando avrò coraggio

Un giorno, proprio come è capitato a te
Anche io mi innamorerò di nuovo
E sarà lieta l’ora
E tornerà leggero il passo
Le mie paure abiteranno ancora
Ma avranno nuova veste
Nuova casa
I miei sogni avranno nome
Ma non sarà il tuo.
Il cielo d’inverno sarà estate
Gli uccelli rinasceranno dalla gelida brina
E liberandosi dal peso della terra
Torneranno a volare.

Io sarò
Libera di fare tardi
Libera di contraddirmi
Libera di farmi del male
Libera di perder tempo.
Libera di scegliere le mie prigioni
Perché ne sarò
Abitante e secondino.

Canterò parole d’amore nuove
E si scioglieranno i nodi in gola di chi saprà ascoltarle
Come si scioglie oggi
Il manto d’inverno sopra i miei fiori
A lungo gelati

Garofani civici in prosa

Quando ti ho chiesto: “Perché sei tornato?”, mi hai risposto:
“Perché ci ho visti vecchi insieme, su questo divano”.

Oggi il divano c’è ancora, ha cambiato posizione ed è un poco consumato
da chi dopo di noi vi ha fatto l’ amore. Ma lui e la casa intera,
seppur mutati, seppur mutato, ti riconoscerebbero ancora.

Noi non esistiamo più, ma lì siamo fuori dal tempo e la tua voce
mi parla quando mi sdraio sul tuo lato del letto.
Ti vedo e vorrei farti cenno di salire, ché la macchinetta è pronta
per un altro caffè.
Meglio di no, ché là fuori il tempo esiste e severo ci impone
il silenzio.

Fuori piove. Ripenso a quel pomeriggio di dicembre di chissà
quanti anni fa in cui inconsapevole mi innamorai di te,
al chiostro di San Francesco, al lung’ Arno sotto la pioggia battente, a noi che
corriamo ridendo senza riparo, né dalla pioggia, né dal nostro
amore.

È stato bello avere vent’anni accanto a te

Poesia per Giulia

Tu sei per me quel che il vento è per il grano
in un giorno d’inizio estate
quando le speranze le sospinge in aria
a passo deciso ma senza far male

E l’amore te lo porti addosso discreto
come il dolore d’un cielo d’agosto che
troppo pesante e troppo presto ha annebbiato
le acque dei tuoi occhi

Ma tu, vento gentile sei tornata a soffiare
ed in me hai trovato maggese
ad ogni stagione vissuta.
Hai sparso semi d’amore ad ogni angolo di strada
che io ho raccolto, come fossero oro

Ed ora ti dico

Guarda amica mia, li ho messi da parte
per farne un giorno una poesia in cui
ti dirò che non ti ho mai detto
che ogni tanto piango
pensando alla fortuna di averti
accanto

Alba

Il sole ti brucia la faccia
il vento ti bacia quando vuole lui
tremano i muscoli e cedono le gambe
la testa si confonde
corri
percorri
urla il tuo riso
ti prego soffri.
Cosa sentirai ancora da morto?

Poi, un’ illuminazione:
è questo essere vivi, cazzo!