Da quando ho assaporato la tua schiena
ogni mio discorso è punteggiato dai tuoi nei.
Da quando ho assaporato la tua schiena
ogni mio discorso è punteggiato dai tuoi nei.
Due sconosciuti,
due conoscenti,
due sguardi,
due parole,
due stelle cadenti,
due tramonti,
due giri in moto,
due panorami,
due canzoni.
Poi, d’improvviso,
osservare le discromie
delle tue verdi iridi
diventò il mio passatempo preferito.
E da due,
fummo Uno.
Mi manchi da morire.
Ti odio da vivere.
Con te eravamo Noi,
ma non ero più Io.
Con te eravamo Acetilcolina,
ma io sono Noradrenalina.
Sei il filo di Arianna
nel labirinto della mia vita.
Mi sfiori appena
ed è subito primavera
nel mio stomaco.
Fuggendo dai tuoi occhi enigmatici
immerse nella luce della notte
le tue emozioni si traducono
nelle tue mani su di me.
E la mia mente e i miei sensi
intensamente si perdono
come il senno di Orlando
sulla Luna che ci avvolge.
Che palle il coronavirus
e le mascherine del cazzo
per me che vivevo sempre
col rossetto rosso come arma.
Mi sussurri
mentre mi nutro dei tuoi sospiri
in un connubio estatico.
Armonia dei corpi
simbioticamente avvolti
affamati d’esplorarsi
ardentemente.
A te
che hai visto in me
musei
dove io ho visto solo
corridoi vuoti.