Skip to main content

#92

Vagare piano nei ricordi
E sottovoce pensare
A quanto sia facile smarrire la retta via
In dedali di baci e notti lente
Con lune scure e luci spente
E sospiri e preghiere e risate e bestemmie
E promesse di un futuro inesistente

E allora alzarsi e andarsene
Sbattere la porta dell’indesiderato presente
Ma piano, per non svegliare chi dorme
All’ombra del passato e della fantasia
Sogni vacui di speranza e di follia

E uscire per strada a cercare
Con mani ansiose e trepidanti
Il volto di una voce vaga e sfumata
Lucerna che fugge
Dal moggio i raggi tremolanti
Come lacrima sul ciglio mietuta
Da singhiozzanti rimpianti
E nell’incertezza trovare
E chiedersi perché

E con le mani in tasca passeggiare i bastioni
E guardare l’Arno e gli amori
E non curarsi troppo delle destinazioni
E delle opinioni e delle visioni
E contemplare il tempo
Che scorre silenzioso e pioviggina piano
Tamburellandomi sulla giacca e segnandomi la fronte
Con la perplessità di chi
Ne farebbe volentieri a meno
Ma non riesce a trattenersi
E non capisce perché
Tutte le strade, alla fine
Portino a te

#91

Scava al di sotto
Dei fiori secchi
Disseppellisci il mio feretro
E frugami dentro
Con le tue mani
Sconsacrami
Leggendo nel mio petto
Le parole che non ho detto
E che ho portato con me
Come la moneta sotto la lingua
Quando fragile il tempo
Di aspettarti è finito

 

 

#76

E t’infesta il volto
Di stelle uno stormo

#90 Necessità

Devo lasciarti

Nuda e infreddolita

A piangere

Col viso tra le dita

 

Devo lasciarti

Spettinata e sola

A stringere

Con le mani le lenzuola

 

Devo lasciarti

Abbandonata

A chiederti perché

Tu non abbia scelto me

 

Devo lasciare

Che lei ti riduca a brandelli

Per poterti aiutare

A ricucire ciò che resta

Rapsodo d’amore

 

Devo lasciare

Che lei ti riduca in macerie

Per poterti infestare

Come edera

Il cuore

 

Devo lasciare

Che lei ti cosparga di sale

Novella Cartagine

Anche se

Preferirei di no

#89 Una sera di Dicembre

Ti ho scorta alla stazione
Una sera di Dicembre
E ho creduto di vederti scrivere con lo sguardo
Per me
Emozioni di flebile incertezza
Come il vento spettina appena
Il fumo via dai comignoli infreddoliti

Ho creduto di vederti sorridere silenziosa
Alla casualità che mai ha guidato
I tuoi passi verso i miei
I miei occhi dentro i tuoi

Ho creduto di vederti indugiare
Soffermarti sulla possibilità
Di un presente differente
E come una cerva ti ho vista esitare
Indecisa se scappare
Di fronte al cacciatore disarmato

E la tenerezza
Che calda
Ti sgocciolava le gote
L’ho vista
(ho creduto di vedere anche quella?)
Quando mi sono voltata verso di te
Girasole strattonato dal sole
Da un amore
Da un futuro
Che non è possesso di nessuno
Futuro prossimo distante anni luce
Distante galassie di baci
Di passione altrui
Per te

Ti ho scorta alla stazione
Una sera di Dicembre
Ma non ti ho salutata
Ti ho carezzata con lo sguardo
E me ne sono andata
Mano nella mano
Con la mia solitudine

#87 Cavolaia

Cavolaia che voli sull’erba
Assonnata dal sopore dell’alba
Passeggi tra i raggi slavati
Che schiariscono
Silenziosi la stanza
Che diradano stentando
La foschia sulla guazza
Che osa posarsi con te
Cavolaia
Fin sull’orlo del mio balcone;
Fragile scruti nel vaso, speranzosa
Alla ricerca di qualcosa da mangiare
Di uno stelo su cui riposare

Tu che tra foglie imbrunite e nuvole gonfie
Hai scatenato tifoni e tempeste
Col battito d’ali tuo soltanto
Insegnami ti prego
La leggerezza del vivere
Breve

#88

Fioriscono sui rami ritorti
Rossi screziati rimpianti d’amore

#78 Flavia (3)

Flavia
Io ci ho provato a descrivere
I tuoi occhi di palissandro
L’odore di quella sera, di quel tramonto
che era un rogo su Firenze
la tua pelle chiara
così
chiara
che si confonderebbe con la luna la notte
se non brillasse di luce propria

Flavia
Perché perdere tempo a cercare di descrivere di nuovo le tue
lentiggini?
Perché divagare? Perché non divergere?
Io ci ho provato ad affezionarmi ad altri
Ma i loro morsi lasciano segni solo sul mio collo
E il mio cuore recalcitra
Più testardo di me, il bastardo

Io ci ho provato a dimenticarti, Flavia
Pur senza conoscerti
Ma sei indelebile come la morte
Che neanche Cristo può cancellare

Perché perseguiti i miei pensieri?
Sei forse il mio Despota?
Devo comporre anche io una tregua?
Ma l’inverno è già alle porte, l’estate coperta dalla brina
E io sono il Despota di me stessa

Accetteresti però di essere la mia Ermione?

Per me sarebbe un

Piacere
Tra onde pini gelsi e nudità

#75

Tutto è poesia
Questaèpoesia
A
N
C
H
E
Atseuq
Con banali rime in fondo
O la struttura che fa un tondo
(Ringkomposition per i raffinati)
Puoi, se vuoi, usare la punteggiatura!
Oppure no se non ti piace

Puoi lasciare spazi l a r g h i
O riempire tutto il verso perché soffri di horror vacui anche se in
realtà non hai più niente di interessante da dire
Puoi fare citazioni colte
Non solo dai più colti
O giochi di accenti forse non così lapalissiani
Se leggi con il preconcetto e la pretesa
Del critico

 

Ogni composizione è in realtà
Soggetta a Schrödinger
Poesia e cartaccia allo stesso tempo

Viva o morta?
Sceglie la tua sensibilità

 

La mia ha decretato
Che i tuoi occhi sono poesia
Anche se non sono inchiostro su carta

#74 Sassi

Ti sei mai riempito di sassi le tasche
Fino a farle sprofondare?
Io, spesso

Hai mai guardato l’Arno di notte
Quando nella solitudine l’unico rumore è la luce riflessa dei
lampioni?
Io, spesso

Hai mai desiderato gettarti tra le sue braccia
Come fosse il tuo unico vero amore?
Io, spesso

E hai mai desiderato esserti scordato i sassi in tasca
Per
Sprofondare
Meglio
?

Io

Spesso

Ma so nuotare troppo bene per poter fingere di affogare