Come avrai legato i capelli oggi?
Eccoti! Occhi vispi e codine da Pippi.
Ti vedo mentre distribuisci sorrisi
mi metto in fila per ricevere il mio
bello come l’alba d’estate
atteso come il caffé quotidiano.
Ma poi tu canti
mi spiazzi
addirittura ti imbarazzi
Ed accarezzi quelle note come il mare sfiora il lido
Mentre seguo la tua voce come Teseo seguiva il filo.
In questa folle giostra già mi sento un girasole
ma queste sensazioni io le voglio ricambiare
inebriarti totalmente con queste mie parole
e a sorsi dei miei versi vorrei farti ubriacare.
E se ora ne sei ebbra
e questo ti scompiglia
allora sono reo
come lo è quel neo
di esser meraviglia
vicino le tue labbra.
D.120
Come un fuoco d’artificio
m’accendo quando mi sei vicina.
Io non ti tocco, ti esploro
sono il tuo Marco Polo
e tu sei la mia Cina.
Perché lo faccio?
credo sia giusto, mi fa sentire utile, mi fa sentire importante,
cerco riconoscimento, (cosa sono senza?)
Perché lo faccio?
mi fa bene, mi diverte,
mi pesa, è lontano.
Perché lo faccio?
Mi fa bene, è salutare,
mi riposo per poter lavorare
lavoro perché lo devo fare
solo un’altra cosa che potrei mollare
Perché mi alzo?
è giusto
mi fa bene
posso fare bene
posso fare del bene
devo fare del bene
Perché non mi alzo?
Perché non lo faccio?
In ginocchio fermo immobile
come pietrificato
lo sguardo perso e vuoto
inerte e ormai sfibrato
per terra sparsi intorno
frantumi di mobilia
dentro la stanza chiusa
che da tutto il resto esilia
la mano malridotta
mostra tagli profondi
e il suo gocciolar sangue
scandisce quei secondi
un urlo si leva
e l’aria attorno spira
non riesco più
a trattenere la mia ira
Il mondo là fuori è così bello
ma io me ne dimentico
Ogni volta che ci salutiamo mi chiedo quando ti rivedrò.
E riparte questo mio tormentato conto alla rovescia,
mentre non faccio che immaginarmi il momento in cui ci ritroveremo.
Ma quando alla fine arriva
basta uno sguardo
per dissipare le mie paure
il tuo sorriso
per ripagare le mie attese
L’entusiasmo degli inizi
non è altro che un fuoco di paglia
che brucia i miei castelli mentali.
E mi ritrovo ancora una volta
coperto da apatica cenere.