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Come avrai legato i capelli oggi?
Eccoti! Occhi vispi e codine da Pippi.
Ti vedo mentre distribuisci sorrisi
mi metto in fila per ricevere il mio
bello come l’alba d’estate
atteso come il caffé quotidiano.
Ma poi tu canti
mi spiazzi
addirittura ti imbarazzi
Ed accarezzi quelle note come il mare sfiora il lido
Mentre seguo la tua voce come Teseo seguiva il filo.
In questa folle giostra già mi sento un girasole
ma queste sensazioni io le voglio ricambiare
inebriarti totalmente con queste mie parole
e a sorsi dei miei versi vorrei farti ubriacare.
E se ora ne sei ebbra
e questo ti scompiglia
allora sono reo
come lo è quel neo
di esser meraviglia
vicino le tue labbra.

Come un fuoco d’artificio
m’accendo quando mi sei vicina.
Io non ti tocco, ti esploro
sono il tuo Marco Polo
e tu sei la mia Cina.

Perché lo faccio?
credo sia giusto, mi fa sentire utile, mi fa sentire importante,
cerco riconoscimento, (cosa sono senza?)

Perché lo faccio?
mi fa bene, mi diverte,
mi pesa, è lontano.
Perché lo faccio?

Mi fa bene, è salutare,
mi riposo per poter lavorare
lavoro perché lo devo fare
solo un’altra cosa che potrei mollare

Perché mi alzo?
è giusto
mi fa bene
posso fare bene
posso fare del bene
devo fare del bene
Perché non mi alzo?

Perché non lo faccio?

In ginocchio fermo immobile

come pietrificato

lo sguardo perso e vuoto

inerte e ormai sfibrato

 

per terra sparsi intorno

frantumi di mobilia

dentro la stanza chiusa

che da tutto il resto esilia

 

la mano malridotta

mostra tagli profondi

e il suo gocciolar sangue

scandisce quei secondi

 

un urlo si leva

e l’aria attorno spira

non riesco più

a trattenere la mia ira

 

 

Il mondo là fuori è così bello

ma io me ne dimentico

Ogni volta che ci salutiamo mi chiedo quando ti rivedrò.
E riparte questo mio tormentato conto alla rovescia,
mentre non faccio che immaginarmi il momento in cui ci ritroveremo.
Ma quando alla fine arriva
basta uno sguardo
per dissipare le mie paure

il tuo sorriso

per ripagare le mie attese

L’entusiasmo degli inizi

non è altro che un fuoco di paglia

che brucia i miei castelli mentali.

 

E mi ritrovo ancora una volta

coperto da apatica cenere.