Skip to main content

Alessandro

Ti sei perso

nei sogni che ti sfuggono dalle dita,

come i giorni che hai smesso di contare.

Hai perso

i mille sentieri che ti ho mostrato

per arrivare oltre il muro dei dubbi,

dove ti aspettavo sotto le fronde

di nuove possibilità.

Hai scelto

il tepore dell’inerzia cerebrale,

come se avessi tutto il tempo del mondo

per iniziare a vivere davvero.

E’ così.

E così

non mi pensi?

Tutti quei baci, quei pensieri inespressi

nella speranza che li esprimessi io,

così da poter dire “Vedi che mi hai tolto le parole di bocca?”

Stavi per dirlo?

Volevi farlo, di scrivermi,

poi ti sei fermato perché

ti ho cancellato dal telefono

e non vedi più la mia foto profilo.

E così

sono finita in fondo alla lista

dei pensieri scaduti,

come quelle ricette fighissime

che volevi imparare a fare,

ma continui a bruciare l’aglio

e non ci provi nemmeno.

E’ così

che ho cancellato e risalvato il tuo numero

così tante volte,

che alla fine l’ho imparato a memoria.

 

Nel letto, di notte

Succede di tutto

nel letto, di notte;

di giorno c’è fretta,

i cuscini si annoiano

e la coperta sbuffa

per i peli del gatto.

Di notte, mi sveglio

di soprassalto

col pensiero

di aver lasciato un discorso

in sospeso con te.

Ti cerco nel letto, di notte

ma trovo solo

peli di gatto

sbuffàti di giorno

e un gatto che russa,

ma non sei tu.

Succede di tutto

nel letto, di notte:

succede che arrivi,

mi baci alle galassie

ma anche a Giove e Saturno,

che non sono gelosi

e sanno di me.

 

Vòlgimi a Sud

Vòlgimi a Sud.

Che possa sentire

lo scirocco sottopelle,

il blu del mare

nei tuoi pensieri,

le onde che ritmano

le tue giornate.

Vòlgimi verso

quella profonda distesa

di emozioni non dette,

di paure affogate

nel silenzio del tramonto.

Vòlgimi dove

nessun altro possa raggiungerci…

aspettami lì.

Come spieghi al Sole?

Come spieghi al Sole
che ami la tempesta,
nonostante le ossa infeltrite
dalla malinconia?
Come spieghi alla sua Luce
che preferisci le ombre
su quel corpo nudo
mentre dorme?
Come spieghi a me
la bellezza dei suoi Raggi,
quando li guardo di sbieco
e tu non ci sei.

Il tuo spazzolino

Voglio essere il tuo spazzolino,
intimamente custodito
nel bicchiere del tuo piccolo bagno.
Non un anello esposto a trofeo
o un bracciale che ti scrollerai dal polso
nei giorni di caldo.
Il tuo spazzolino.
Per aver cura dei tuoi sorrisi.

Jardines de Viveros

Il tuo sorriso,
di lampo,
interrompe la notte.
Il ricordo insiste,
la ragione insabbia.
Ai Jardines de Viveros
vibra ancora
l’amore
delle nostre risate.

Sì, ma…quando?

Nel tramonto
tutto il mondo
impara
l’attesa
del primo bacio.