A volte dubito
della mia stessa libertà
finché non mi trovo con un piede nel vuoto
Respiro
dò le spalle al nulla
faccio un passo
e torno a casa
sono libera?
A volte dubito
della mia stessa libertà
finché non mi trovo con un piede nel vuoto
Respiro
dò le spalle al nulla
faccio un passo
e torno a casa
sono libera?
Che abbia il vento
di te
l’impressione
Voglio non dover più
Poterti solo dedicare il silenzio.
Mi sento disarmonica, un frastuono di mondo
faccio rumore in ogni cosa, un rumore percettibile
misuro l’eco del mio respirare, dei miei passi
mi sento, dissonante
quando cammino, servo il cappuccino,
faccio roteare la tazzina sul piattino e fa rumore
mi sento quel rumore
la somma dei miei suoni
il cuore, la tazzina, il respiro
cerco pace ma sono disarmonica
il suono dei miei no, dei miei pesi, stride come se non ci fosse altro ad infastidire il mondo
il gesso sulla lavagna, la forchetta nel piatto, «non posso»
Il peso delle mie giornate è il più insopportabile suono
devasta le spalle-orecchie di chi passa
che quindi fugge, con le mani sporche
di un amorevole “addio”
Mi sono chiesta cosa rendesse amabile,
ho pensato all’armonia
E io sono dodecafonica
Perduto il filo del discorso,
dispersa in metri cubi d’acqua scura
il mondo cornice pesante
da sempre sfogo interiore
diventa macigno altrui, condensa
emozioni e sfoghi, non adatta
a te? al mondo? ad amare? a me?
Cinque centimetri per respirare
il soffitto è basso e la stanza colma
le mie piante, i miei libri, la mia arte, il mio amore
il mio giorno, la mia luce
Tutto annegato, sommerso, morto, evaporato, disidratato, seccato, bruciato
un quadro enorme e una cornice stretta
tanto da dire ma la gola secca
Un falò sott’acqua, il mio cuore
si spegne
l’ultimo regalo di una candela profumata
odore di bruciato
forse ho aperto gli occhi
forse ho chiuso il cuore, serrato
esploderà nel petto
io il sentire non lo so contenere.
l’acqua straborda
intrise le pareti
sfonda le finestre
La stanza si svuota
Ma ormai è tardi.
Io sono esattamente
la piantina mezza morta che compro al supermercato
mi impegno per vivere
ma ho bisogno d’amore
l’amore di chi sceglie
chi sta morendo, pensa
ne valga comunque la pena.
Troverò ogni bacio
– Mai dato –
In ogni carezza del vento
Sul viso
In primavera
Questa notte piove.
Il suono di ogni singola goccia in un grande insieme
Le finestre chiuse lo attutiscono
Sensazione di tepore
L’anima si distende
Diviene sollievo per i cuori spaventati
Sei al sicuro
Al coperto
E può essere solo il corpo l’unica protezione
Non ti tormenta, è fuori
Penso la singola goccia
Ha visto, ha accarezzato.
Amo ogni spiffero stanotte
Sento il mondo che respira
Privilegio dei non privilegiati.
La poesia non è morta.
La poesia non è scrivere, la poesia è un modo d’essere.
Ferma necessità di essere, poesia
Spenta la luce,
Trovata la pace
Le parole sulla carta,
L’inchiostro scorre
Culla l’emozione
Contenitore d’amore il cuore
Ti invito alla vita
Il tempo scorre
La musica inonda i sensi
Il sapore del susseguirsi di note
Morbida sensazione
Il fiume scorre
E non saranno i limiti a fermare
Il tempo consumerà solo l’inchiostro.
Passano gli anni ed io
Non resto ferma.