La poesia non è morta.
La poesia non è scrivere, la poesia è un modo d’essere.
Ferma necessità di essere, poesia
La poesia non è morta.
La poesia non è scrivere, la poesia è un modo d’essere.
Ferma necessità di essere, poesia
Spenta la luce,
Trovata la pace
Le parole sulla carta,
L’inchiostro scorre
Culla l’emozione
Contenitore d’amore il cuore
Ti invito alla vita
Il tempo scorre
La musica inonda i sensi
Il sapore del susseguirsi di note
Morbida sensazione
Il fiume scorre
E non saranno i limiti a fermare
Il tempo consumerà solo l’inchiostro.
Passano gli anni ed io
Non resto ferma.
Giudizio ad occhi aperti
Osservo le persone
La finestra è chiusa e la luce accesa
Con gli occhi offuscati
Mi sforzo di cercare
Calma quiete
Tutte le luci spente, là fuori, alle 04:00
Come calmo il mio cuore, senza sapere che il mondo non è fermo?
Se di notte gli occhi di tutti son chiusi
Come posso ancora sperare di non essere l’unica a sentire?
Accendete la luce? Chi? Qualcuno!
Accendi la luce
Non dormire, non dormire
Sogna
Non dormire, non dormire
Cerca
Ché gli animi stanchi, si muovono di notte
Questa notte spegnerò la luce
Scriverò il mio sentire e
Riaccendo la luce
Ritornerò a vivere dopo
Aver sussurrato le parole che corrono
Che appese ad un filo entrano ed escono
Dalla mente e dal cuore, nasce speranza.
Un campo aperto in estate, viaggi in luoghi sconosciuti
La natura come costante, accompagna la fuga dall’asfalto
La città come frenetico panico
Il verde come cura
Si calma il mal di vivere
Si apre il cuore al mondo
Per un momento fuori, libera
Prima di tornare
Sommersa dal cemento
In mezzo al grigio morte
La vita d’oggi richiede
cuore in calcestruzzo, mente calcolatrice.
L’azzurro e il vento
Il grigio e la terra
Fuori c’è la nebbia ed io
Ho nostalgia
Novembre
Fragilità d’animo
Ricordi color vermiglio
Battaglie combattute contro i mulini a vento
Lotta con la vita
Decisioni tiepide
Canzoni sussurrate
Diverso modo di sentire
Diverso modo di respirare
Chiedo al mio cuore pace
Emozioni amplificate
Il vento solo accompagna
Novembre in silenzio
La condensa sui vetri
La terra umida
La vita che muore e inconsapevole
Si prepara a rinascere
Da tempo immemore sogno un novembre che sia salvo
caldo.
Capita così che un po’ ancora rimango tua
Anche se non ci parliamo, non ci vediamo
Rimango tua come se fosse naturale
Il mio corpo che appartiene al tuo
Le tue braccia che mi stringono
Capita così che nonostante il soffrire, un po’, rimango tua
E ho deciso quel giorno che avrei dovuto odiarti
Speranzosa che avresti potuto capire
In un futuro
Che le persone soffrono, si piegano, si contorcono nel pianto
E capita che a volte ripensi al passato
Nonostante tutto, con te ero stata anche bene
E capita, soprattutto, che a volte un po’ mi manchi.
Le nuvole appoggiate al cielo
Agosto di nuovo
Prosegue indefinibile la vita
L’acqua della roggia torna a rinfrescare i campi
È notte e mi piace ascoltare
Il silenzio cullato dalla vita delle persone
Che passano tranquille in autostrada
Serena leonessa questa notte
Tra le pagine dei libri mi distraggo a cercare la luna
Qualche perseide in un cielo troppo chiaro
Sento la vita scorrere in me,
il fiore caduto raccolto nel libro
Le mie poesie preferite con un bel fiore
Dalla tapparella inizio a vedere le luci del mattino
Non te ne andare mia cara notte
Ho ancora tanto da rivelarti
Hai ancora tanto da rivelarmi
Ieri notte pioveva ed io sono uscita
Libertà d’animo in mondo calcolatore
Via di scampo solo il sentire
Notte placebo dell’anima
Sventura per gli occhi stanchi
Tranquillità nello spirito
Questa notte silenziosa
Passa un motorino
Ritorna il silenzio
Atarassia.
Patico riflesso, pensiero dell’attesa
In fili sottili, luminosi, scorre davanti agli occhi
luce increspata con le onde, la notte come sottofondo
Sollevami da quest’acqua e mostrami la luna.
Regalami un falò, indicami la Luna mentre parliamo di libri, avventure e sogni
Dimmi “ chiudi gli occhi” e fammi sentire il suono del fiume
Portami in quel mondo parallelo della felicità,
dove esistono i viaggi nel tempo, ma in cui non servono
Accarezzami la pelle con la punta delle dita, all’ombra di un albero in piena notte
Con una spiga in bocca e la chitarra in mano, il tuo viso rispecchia il colore del cielo al crepuscolo
Regalami un mondo di biciclette che non si rompono, di cuori che non si infrangono
Dimmi che hai letto il libro che non ti ho ancora prestato, che hai camminato in punta di piedi tra i post-it della mente
Fammi sentire il suono del vento tra le foglie e indicami quella lucciola che sembra proprio un lampione
O forse è il lampione che sembra proprio una lucciola, ma che importa
Portami nel mondo della falsità, dove basta immaginare per vivere e poi portamici via
Puoi prendermi per mano e portarmi nel tuo mondo, anche senza falò , senza Luna e senza lucciole o lampioni.
Lascia che accarezzi con la punta delle dita le tue mani, con le quali scrivi, risolvi equazioni e i problemi della mia vita.
Raccontami dei posti che hai visitato, delle scogliere dalle quali ti sei buttato, o se c’era solo spiaggia oppure ti trovavi in alta montagna.
Raccontami della vita che hai vissuto, che vorresti vivere
E poi dimmi “chiudi gli occhi” e stringimi.