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Maggio

Novità felici

pura semplicità

cuori grandi

vecchi ricordi.

 

Chi ha visto

una me bambina

conosce anche oggi

la me cresciuta.

 

e sa riportare in vita

vecchi pomeriggio soleggiati

di quando correvano

le nuvole, nello stesso cielo.

 

E tornavo a casa

con le mani nere

che tingevano l’acqua

e dipingevano

giocose il cuore.

 

E così risanavamo pomeriggi

trovavamo scuse

per mai stare a casa

e per rendere felice una bambina

per sempre.

 

Grazie a voi.

Printemps

Danzano gli alberi

abbracciati dal vento

ed io, foglia sottile

galleggio leggera

immersa

in te.

Fermati.

Prendimi.

Portami con te.

 

 

Quante stronzate

Sono stanca di ascoltare

parole senza peso

da persone che

hanno lanciato

pesanti

il loro sguardo

dentro me.

 

 

 

Soffio di vento il tuo sguardo

travolge alte montagne,

stravolge la mia mente.

Altrove

Credo nel vento, lui, silenzioso guerriero

increspa le onde, fa tremare

le foglie e i fili d’erba

impercettibile urta il mio viso e stravolge

i miei cappelli come l’erba di alta montagna

la mia anima si mescola

con il suo respiro

la sento intrecciarsi con lo spirito silenzioso

che muove la vita con un lieve tocco

o che impercettibilmente

si trasforma in distruttore.

Arrivo a chiedermi se sarò prossima accarezzare

la superficie dell’acqua

o le foglie di un albero, gli aghi

di un abete o di una piccola parete

con gli occhi chiusi

attraverso muri

supero pinete

sorvolo oceani

poi un respiro e l’acqua mi circonda

un secondo e volo con le rondini

un terzo, sono accanto ai lupi

un quarto, un quinto

e riapro gli occhi e sono dov’ero

sorrido e aspetto

il prossimo soffio

[…]

o i tuoi occhi.

Corrispondenze

Voglio sentire

il tuo amore

corrispondere al calore

dei tuoi baci

sull’incavo delle mie scapole,

corrispondere al calore

dei tuoi baci

sulla mia pelle e

al brivido che percorre

la mia schiena,

corrispondimi.

 

Silenzio, di nuovo

Silenzio

la notte tuona

nel limpido

fragore

dell’oscurità

Silenzio

il buio travolge

nella luce accompagna

ma è viva, lei, la notte

respira

silenzio

ascolta il suo battito

è viva, lei, la notte

osserva

abbraccia

da lontano chiede

di immergersi in lei

silenzio

Amo l’amore e amo la poesia

Ho voglia di poesia.

Ho voglia di amore.

Ho voglia di amore e di poesia,

insieme.

In modo che ogni carezza diventi

un verso di quelli che restano

nella mente,

anche se non sono in rima.

Ho voglia di nutrirmi

di poesia attraverso ogni bacio.

Fammi l’amore

tu, poeta solitario.

Crea ciò che immagini con lo sguardo,

disegnalo con le dita

sulla mia pelle, prima

che con la penna, sulla carta.

Apri la porta di questa stanza, così

come apriresti il quaderno.

Sdraiamoci sul letto, ci aspetta:

come le parole aspettano

nella mente,

tua.

Non perdere mai i miei occhi,

così che possano diventare

il punto di partenza

su di un foglio bianco.

Ogni respiro una virgola

in infinite frasi

di matita scivolosa

su carta ruvida di pelle umida.

Amo l’amore e amo la poesia:

facciamone un tutt’uno.

Me li immagino, loro

Me li immagino i pittori
che con un gesto
d’abitudine
intingono il pennello nel colore
e regalano ciò che sentono alla tela:
un regalo di cuore.
Me lo immagino, l’artista
osservare il cielo
e amarlo intensamente
e desiderare di bloccare quell’istante,
sulla stoffa,
per lasciare il sole proseguire
nel suo corso
per avere di quell’attimo, un ricordo.
Me li immagino, i compositori
che con un gesto
d’abitudine
scrivono sul pentagramma
quella melodia che nasce
nella loro mente,
come sottofondo della loro vita
e allora ce ne donano una battuta,
tra accordi in maggiore e bemolle.
Me li immagino, poi, i poeti
loro immersi, nella notte trovano
le parole giuste,
ma al mattino sono scomparse
perché la mente ne è gelosa.
E me lo immagino, il poeta,
osservare il cielo e
amarlo intensamente e
desiderare di mantenere quell’attimo,
nel cuore.
Ma lui, il poeta,
si perde nel momento e quello passa, maledetto.
E nel tempo di mezza poesia, il sole ha già cambiato colore:
arriva la notte a far amare e dimenticare
le parole.
E allora cosa scrivono? Scrivono ciò che immaginano.
Forse è questo il segreto:
amano e poi immaginano.
che sia bello non so dire, me l’immagino.

Ama l’Inverno che insegna

Amo l’Inverno,

quando la rugiada diventa brina

e opacizza le foglie estive, lucenti;

amo l’Inverno perché chiede pace.

Chiede a te, uomo, di trovare un posto caldo;

chiede a te, uomo, di trovare un riparo dal ghiaccio.

Amo l’Inverno perché obbliga te, uomo, a pensarti

e ti insegna che il freddo è bello, ma fa male.

Ti insegna che il freddo la toglie, la lucentezza;

ti insegna, uomo, che il freddo uccide ciò che avvolge.

Quindi impara da lui, dal saggio, l’Inverno:

quando c’è troppo freddo, non si aspetta altro

che l’estate.