Skip to main content

Sirio

A volte basta uno sguardo,

e le nuvole spariscono

e Sirio brillerà di luce intensa nella notte

cullando sogni

trasformando mostri in semplici ombre,

in onde, che non travolgono

ma sorreggono.

La sua luce, dona

scintille d’essenza

a degli occhi stanchi di

vedere sempre

cieli bui.

E Sirio brillerà, attraverso il vetro

d’una finestra che riflette

un  cielo invernale

che forse è più caldo

di quello estivo.

 

Buonanotte.

 

Quell’immensa vallata

Decisa ad aprire il mio cuore, capire

il mio volere

aprii gli occhi:

un’ombra avvolse il mio corpo.

La vidi. La sentii.

Mi avvolse con un tepore vellutato.

Come arrivò, sparì

portando con sé l’oscurità.

Mi lasciò la pelle umida, per l’incubo.

Così davanti a me non ci furono più scudi o muri.

Una grande vallata d’un  verde luminoso,

estesa davanti a me,

rispecchiava la limpidità del cielo.

Mi ha sempre fatto paura,

ma ora so che l’amerei

quella quiete

pura

che dopo i contrasti,

riflette l’animo.

Le ombre svaniscono, svaniranno

nel tempo, oltre.

Basta un soffio ed io ho fiato

 

( e non solo per me. )

 

Luce color avio

E squarceremo tele
con grida d’amore
son coltelli affilati,
piantati nel petto
e lo sfondo rosso,
colore dell’amore,
ma anche del dolore.
Sappiamo perderci,
sappiamo ritrovarci.
Sappiamo amarci con lo sguardo,
ricercare quiete
fino a perderla, avvolgendoci.
Crolleremo sfiniti poi,
tra un candore limpido,
misto in una luce
di quell’azzurro avio.
Ti chiederai
se sarà più tenue quel contrasto,
del pizzo sulla pelle
o di quell’atmosfera
che pare un miraggio nella sua interezza.

Soliloquio

A volte mi chiedo se sia cosi difficile farsi amare,
parlare, senza dover pensare.
Ed è così che moderai il rumore dei miei passi
mi comparvero dubbi su quanto dovesse sentirsi
l’eco del mio respiro.
Arrivai a domandarmi se
l’accelerazione del mio cuore si potesse sentire
oltre che notare, dalla sfumatura delle mie guance.
Ma di che parliamo,
dell’ amore per il mondo o del mondo dell’amore?
Viviamo e speriamo,
speriamo e cerchiamo
cerchiamo di essere voluti, capiti
poi ci sconvolgiamo.
Forse rido in modo strano
ma nello stesso modo piango.
E sono sempre distante dalle conversazioni,
quando mi perdo nei pensieri
e mi interrogo sulle sorti del mondo, sulla vita del passante
e forse respiro troppo forte;
e mi chiedo cosa possa pensare
ogni passeggero dell’aereo
che forse, per un momento,
ha azzerato il rumore dei miei passi.
Sono le cinque, la gente finisce di lavorare
torna a casa, troverà amore?
E forse penso troppo forte
e mi perdo nei discorsi
le persone mi guardano, dall’altra parte del vetro
(dei miei occhi)
forse rido in modo strano
ed è un vortice
di parole, di pensieri, di foglie autunnali e di vento
quando è buio non mi capisco, non mi ritrovo
che poi mento
perché mi conosco troppo bene:
ho passato illimitati momenti,
tralasciando attimi,
in cui ho conosciuto ogni dettaglio della mia anima
ma forse la respingo, forse la cancello
perché vorrei solo essere amata
ma forse il mio cuore batte troppo forte
perché mi ritroverei con le guance troppo rosse,
i pensieri troppo forti,
il respiro troppo strano
… e magari si sente.

Lascerò che sia il vento a parlare

Lascerò che sia il vento a parlare,

che ti possa sussurrare tra i capelli

le mie parole all’orecchio.

Impavido, lui,

sa far volare le foglie,

sa far migrare le rondini

sa trasportare misteri, messaggi, pensieri

te lo posso dire, però:

ti stupirà

quella tensione

quell’attrazione,

che mille soli e mille pianeti,

in confronto, nulla sarebbero.

Momenti-Tormenti

Ci sono momenti

che si amano;

ci sono silenzi

che si dedicano;

ci sono pensieri

che ritornano.

La cui definizione, però,

comporta un unico problema:

il fatto che ci sia tu,

in ogni singola declinazione.

Ancora Novembre

E’ oscuro l’interno
di una stanza
talmente colma
da apparire vuota
agli occhi di chi non conosce,
agli occhi di chi non comprende.
E’ oceano di mondo,
teatro di vita
che si mostra nella sua interezza
in un momento gelido,
ma altrettanto ardente.
E’ color vermiglio l’acqua
ed io sorrido
in un lento fluire
di secondi.
Fuori il vento è quieto
e la mia anima impervia.

Novembre

E fuori c’è freddo
la pelle l’assorbe
dentro trova il ghiaccio
di un Novembre
passato,
dove la vita è scivolata
su di un orlo bagnato.
Esci, non asciugarti
corri, presto
che la vita sta sfuggendo
non cambiarti, scaldami
puoi farlo:
anche se fuori piove
se i vestiti son bagnati,
l’anima è asciutta.
In fondo forse era presto.
Sono in bilico, trascinami
dove fa caldo.
Rendi questo Novembre tiepido:
abbracciami
così non sentirai più freddo
perché la pelle l’assorbe
e non ti servirà la stoffa
perché sarà, così,
un novembre
salvo,
caldo.

Ti regalo le mie labbra

Ti regalo le mie labbra

a patto che tu mi conceda le tue

per perdersi nel silenzio,

tra l’accarezzarsi il viso,

con le mani tra i capelli:

stringimi perché sono tua.

Da quando ci siamo visti

la tua mente m’intriga

e ti regalo le mie labbra

per poterci conoscere a fondo.

Non so poi, per quanto resterai

ma io sono questa, nessun segreto.

Forse sbaglio, ma non voglio lasciarti cieco

conoscerai i lineamenti del mio corpo,

le curve della mia mente,

le cicatrici sulla pelle.

E se vorrai

una sensibilità errante

che vaga sbagliando

nel mostrarsi d’impeto

per perdersi nella mente

tua:

prendimi.

Sussulto

Vorrei sentire

il tuo corpo

sussultare

come risposta

ad una carezza,

come fosse

risultato

del dimenarsi

della tua anima:

come volesse

raggiungere

la mia

in un Infinito

abbraccio

Iperuranico.