A quei bambini
che non hanno l’albero di Natale
nè le luci d’oro e argento.
A quei bambini
che non hanno abbracci caldi
nè più il cuore di una mamma.
Che sia Natale anche per voi
Pace nei cuori
Cibo nella pancia
E luce nei passi.
A quei bambini
che non hanno l’albero di Natale
nè le luci d’oro e argento.
A quei bambini
che non hanno abbracci caldi
nè più il cuore di una mamma.
Che sia Natale anche per voi
Pace nei cuori
Cibo nella pancia
E luce nei passi.
Povero pesco che già sei fiorito
dei tuoi colori impavido sei rinato
Ma il vento ti ha spogliato gelido e tagliente
senza avere pena dei tuoi fiori si è pregiato
Come neve sei volato oltre le tue braccia
seminando una boccata di malinconia
Riposa sereno che un’altra primavera suonerà
tra i tuoi rami con fiori gioiosi
Ogni tanto la vita una carogna
non solo con te, povero pesco
Scordato e assordante
petula il suo canto
Non ha un bosco come casa
si accontenta di due foglie
Solo palazzi incorniciano
quel piccolo corpo che musica
Quale vento l’ha portato
a frinire nel mio petto
Rimbomba ogni volta
nel silenzio della notte
Qui per la mia nostalgia
mesto il giorno che andrà via
Tutto tace, poi una pace
lui è lì a farmi compagnia
Tiepido avanza
bagnato di malinconia
il Sole più non scotta
Bionda è la quercia
le sue foglie la danzano
tutto è lontano come l’allegria
NON è che un addio
lungo quanto una bugia
In te l’attesa, il sospiro, l’armonia
Canto solitaria
la notte che passa
Conto i pensieri
affollati di buio
Suonano i passi
del dolce ricordo
Un calore scioglie
il cuore impietrito
La mano che accompagna
è dinuovo vicina
L’albero scintilla
di nuova speranza
E ritorna bambina
questa vecchia carcassa
Arrivi ammutolito
di foglie cadute è il tuo passo
L’odore a tratti
dal Sole alla brace
alterni i momenti
Le castagne scoppietti
come le orme incerte
dei primi passi tra i banchi
di scolari assonnati ti riempi
Ottobre dal cielo assopito
dal vento che fresco non miete
Di rosso colora le gote
e di foglie mi segna il cammino
Ti adagi su lenti ritorni
di passaggi intrecci i tuoi rami
Non spogli ma aggrappati
i ricordi hai estivi
Benvenuto novello
di mosto lavori l’autunno
Torna precisa
Cronica condanna
Scendi nelle dita
E le paralizza alla vita
Fino a che non scrivo
Sciolti in versi
Gli affanni miei
E poi fai il politico
Ti riempi la bocca di ideali
Ti riempi la bocca.
Metti camicia e cravatta
Sembri un uomo onesto
Sembri.
L’illusione della democrazia
Ci rende uguali
Uguali siete solo voi
Qualsiasi casacca indossate
Ad ingrassarsi è sempre il vostro cane
E al Popolo resta l’illusione dello scegliervi
Dimenticavo, stavolta nemmeno quella.
E poi c’è lei
L’immenso amore oltre l’amore
Il punto
La lettera maiuscola
L’infinito
Mi siedi accanto
Amore compiuto
Di incompiute giornate
Sei presenza
Amore felice
Di assenti momenti