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Chica de Medellín

Por cada vez que me miras
hay una estrella que explota

Rain on Florence

Oh and when it started raining
the water dripped on the city
like spots of story on the marbles
ready to be silently absorbed

so was every impalpable step of us
kept hidden in our hearts

Lurida bandiera

Nelle bianche colline di lapidi e nello stridore di denti
nel marcio della frutta e nel buio di una fogna
nel pianto dell’indifeso e nell’oppressione del pensiero
nel silenzio più angosciante e nell’impotenza di chi sopravvive
nel nero del Califfo e nel nero delle menti
tra gli ammassi di macerie e sui vuoti binari di Birkenau

io lì ti ritrovo,
o fascio littore;

ma nei prati di montagna e nella rugiada del mattino
nel sapore del latte e nel morbido di un cuscino
nell’amore di una ragazza e nella complicità degli sguardi
tra i banchi di scuola e nel bianco di un gabbiano
nelle carezze silenziose e nel volo di un’idea
nel sorriso di un bambino e in tutta la musica del mondo

lì vedo luce, poesia e coscienza
corrodere piano il lurido nero
della mesta tua bandiera

Poesia scritta in discoteca

Tanto facile innamorarsi
di occhi così simili ai tuoi
quanto stupido ritrovarsi
nella carezza di uno sguardo

Per quanto ancora devo aspettarti
in questo letto gelido dall’estate?
Lo raggiungo da solo per viali infiniti,
tutto intorno cipressi e tramonti mai visti.
– Ti ricordi di quei cipressi? E di quel tramonto?
Ti ricordi della nostra canzone? –
Se puoi vieni a trovarmi stanotte
c’è sempre un posto, per te,
nei miei sogni più dolci :
nel buio, ancora,
ti cerco.

Ragazza di Sarajevo

Capelli ricci di culture miste
gli scompigliati destini del mondo
e ancora il tuonare di bombe passate
e poi la tua mano, colomba di pace

Epilogo del niente (“Un mazzo di fiori” #12)

Un sorriso finalmente tranquillo
un monito soltanto, riecheggia
tra gli alti palazzi di una città lontana
e un cuore già più leggero

No pasa nada, no pasa nada, no pasa nada

Nessun altro fiore, lo prometto,
verrà più deriso o calpestato
da una ninfa che non lo merita

Fiato sprecato (“Un mazzo di fiori” #11, Anemone nemorosa)

Illudersi del tuo amore è stata
una bella e inutile magia
come una corsa a perdifiato
per arrivare sul binario giusto
in una stazione che sembra un labirinto
giungere infine a un passo dalle rotaie
soddisfatto per una volta
della mia prestazione atletica
alzare lo sguardo alle scritte gialle
e scoprire
che c’è sciopero

Cigüeña extremeña

Quiero ser una cigüeña extremeña
sobre la Guadiana mirar a mi futuro
perdido entre los rayos del atardecer
y el agua de un confín invisible

Metapoesia (“Esperimenti finiti male” #4)

Fare poesia è usare aggettivi a caso
tanto per riempire una sillaba in più
fingere di darsi un significato
e nascondere fantasmi e tabù

poi andare a capo
ma non a caso
non ogni tanto
più precisamente
ad ogni
battito
del cuore