Se mi guardo intorno
ammiro il deserto
cammino sperduto
senza un orizzonte
non lasciarmi solo
assetato di te
Se mi guardo intorno
ammiro il deserto
cammino sperduto
senza un orizzonte
non lasciarmi solo
assetato di te
Stanotte vorrei voltare la testa
e poterti ritrovare ancora lì
poi sfiorarti con il mio nasone
sniffare il tuo profumo aspro
per drogare il mio malessere
hai lasciato un ciclamino
tatuato sul cuscino
Imitiamo
poeti nipponici,
cervellotici
È che quando viene freddo
penso ancora a noi due
a quel profumo di casa
che come ti baciavo
sulla pelle mi restava
al caldo delle coperte
che quando ero stanco
dolcemente mi cullava
l’unico riparo che mi resta
è solo un tiepido ricordo
che mi scalda cuore e testa
Tante volte ho sognato quelle labbra
che ora chiedon solo una goccia d’amore
E darei loro tutto quello che ho
se solo non fossimo destinati
come due alfieri
a stare
per sempre
tu sul bianco
e io sul nero
Siete un fiore e una farfalla
per amarvi vi sfiorate
delicatamente
Sono solo le quattro del mattino
leggeri come il gelo infiliamo un’altra via :
solo un gatto ci tiene compagnia
Che poi chi ha detto che abbiamo bisogno
delle canoniche otto ore di sonno?
La notte sogniamo con gli occhi aperti
vediamo i muri che iniziano a parlare,
che in ogni lingua vogliono raccontare
di questi randagi dagli animi persi
che per dolore o per amore
han deciso di prendere ed incollare
sperando un giorno di pietrificare
lo sguardo stellato di un viaggiatore
E la notte corre incontro all’alba
come noi rincasiamo per la via :
la città non è mai stata così mia
E penso che in fondo fare poesia
sia soltanto una scusa
per produrre follia
Le pietre pallide urlano ancora
“pietà per i figli innocenti”
con le ossa bucate da lacrime di piombo
“PRESENTE, PRESENTE, PRESENTE”
risponde alla patria il figlio fedele
Nella trincea si ode un rimbombo;
il sangue più torbido del secolo breve
non può sopportare il mio passo lieve
“Fossi nato cent’ anni fa ora sarei qui a combattere”
“Per sempre, per sempre, per sempre”
risponde dilaniato
l’amico mai incontrato
La notte scende sulla via di casa
su una panchina due vecchi sussurrano
Le loro sigarette fluttuano nell’aria
come due lucciole rosse, stanche
per aver volato troppo
inalano l’ultimo respiro di veleno
mescolando il fumo con la vita che resta
Così saremo io e te amore mio,
di fronte al fuoco spento di un camino
Faremo l’amore con gli occhi
godendo dei ricordi più potenti
avvelenandoci un’ultima volta,
con le anime sporche di cenere.
Pensi davvero che basti
un maglione colorato?
Non è così, non è Schindler’s list;
forse servirebbe
un maglione bianco e nero
per distinguerti davvero
in questa mandria di pachidermi variopinti
attenti
all’accostamento cromatico,
al cambiamento climatico,
dediti
all’astensionismo politico
all’annichilimento salvifico.
Ci fossero più fiori non avremmo
bisogno di tutto questo acrilico.