Così sia.
Ossia?
Se lo vuoi,
È come lo vuoi.
Così sia.
Ossia?
Se lo vuoi,
È come lo vuoi.
Sono la Neve
che sputa
sul primo giorno di Primavera.
Vivrò,
per un altro giorno ancora.
Strapperò la vita dal Mondo
Per vivere Io,
ancora,
un altro giorno ancora.
Non aspettare di stare male
Per imparare
A volerti bene.
Relativismo assoluto dell’Amore :
sempre diverso da se stesso
e sempre uguale a Noi stessi
che siamo sempre diversi da Noi stessi
e sempre uguali al Mondo
che è sempre diverso da se stesso
e sempre uguale a Dio.
Ho bisogno della mia Ape Regina.
Il suo brusio
è l’altalena sui cui io
salgo,
il pretesto che
colgo,
il sorriso in cui
mi avvolgo,
il sole al quale
mi sciolgo,
l’invito che a me
rivolgo :
di dare in pasto all’Apocalisse
i giorni insignificanti
e perdermi tra i profumi invitanti
dei suoi fiori amanti.
.
Ho bisogno della Mia Ape Regina,
che il suo battito d’ali mi traccia traiettorie inaspettate e abbaglianti,
che le sue mani mi plasmano la noia come se fosse di creta, in figure buffe e inquietanti,
che i suoi occhi sono nuvole che prendono forma sotto il vento delle emozioni dirompenti,
e io li guardo e li studio e li interpreto e li sbaglio e li amo,
colibrì sfuggenti.
Ho bisogno della Mia Ape Regina che mi apra le porte del suo regno
dell’intuizione,
dell’eccezione,
dell’inaspettato,
del calcolo sbagliato,
del caotico,
del dinamico,
del vero,
del Credo.
Ape Regina, ti tengo in gabbia tra i miei denti,
dilania la mia lingua e con lei i suoi lamenti,
scendimi nella pancia e pungimi i tormenti,
con te voglio i miei ultimi momenti,
sarebbero più vivi di questi anni morenti.
Senza la mia Ape Regina sospiro,
Con la mia Ape Regina respiro.
IL LUPO SI RIBELLA
alle catene delle vostre preoccupazioni
al collare della vostra compagnia
alle sbarre del vostro amore.
IL LUPO SI RIBELLA
e vuole mangiarvi
tutti interi,
qui e adesso.
La solitudine è un campo in cui correre e inciampare e farsi male.
MA E’ IL MIO CAMPO
E NEL MIO CAMPO VOGLIO STARE
A nausearmi dell’odore dei miei fiori
a pungermi con le mie ortiche
a farmi mordere dalle bestie.
Non ricordo il giro dei pianeti
che ribalta gli occhi
di chi non spera più.
Mi prendo a schiaffi
per le zanzare e per i ricordi.
Boccheggio nell’afa soffocante,
nell’odore stantio e polveroso
di questo mio presente
senza gloria
senza battaglia
senza vincitori
senza vinti.
Inalo i miei pensieri
mi gonfiano i polmoni
come vele di una nave incagliata
in un granello di sabbia
che può solo indietreggiare
con vergogna.
Tra le mezz’ore buttate,
una dopo l’altra,
si annida una vita
forse più felice di questa.
E’ guerra aperta
tra
i “guarda che” del mondo
e i miei “nonostante”
senza presunzione dico :
VINCO IO.