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27-07-20

un’immorale non appartenenza morde le foglie verdi di queste colline
di una bellezza a me sconosciuta
coperte da un opaco velo di ingiustizia
senza ascoltare ciò che avete da dirmi
prendete forma mentre fisso la linea che vi divide dal cielo

finalmente vi sento parlare
traduco il significato delle vostre parole attraverso occhi non miei
e nella nostra lontananza adesso vorrei abbracciarvi
vi guardo riflesse su ogni mio dubbio
e chino la testa
siete voi ad avere ragione quando cercate di farmi capire che ancora io
corrotto dalla posizione
non so assolutamente amare

In Frantumi

In attesa,
solitarie,
oscillando,
nel buio di una stanza,
le nostre menti,
la mia ombra,
In frantumi

Appigli che svaniscono:

Senza bisogno di approvazioni,
corrono i minuti.
abbandonando l’obiettivo
trasformandolo nella quotidiana strada che percorriamo elevandoci,
dimenticando il giorno della nostra partenza
ed ignorando l’esistenza di un arrivo,
senza indirizzo
con i pensieri ustionati dall’eccesso,
cercando qualcosa cosi lontano da casa
fino ad accorgersi di non averne una.
corrono i minuti,
ed io come un liquido mi spoglio,
giorno dopo giorno,
scolpendomi nell’indefinito

Sommersi e poi affogati da insane giustificazioni
camminiamo su sentieri già vissuti
convinti egoisti distogliamo lo sguardo
esaltati da surrealistiche battaglie mentali,
apparecchiamo tavole lucidando i nostri discorsi
dimenticando che saremo per sempre schiavi

cinque ottavi di ripostiglio

In cima ad una fetta di roccia
faticando a distinguere cosa è reale e cosa no
la tua pelle da un’altra parte
strana struttura la vita
tutte le volte che respiro
potrei fermarmi fino alla fine
grattando il tuo cervello
percepisco ogni sua piccola paura
la forma ha lo stesso peso di una bolla di sapone
perché non mi illudi?
nessuno può ripulirmi
arrivi ovunque dove sono io
Il volto triste di qualcuno
la morbosa consapevolezza della tua esistenza
zaino pieno di sensi di colpa,
E per un attimo in mezzo alla tempesta ero sicuro di aver visto il fulmine più bello
e per un attimo in mezzo alla tempesta,
la mia tempesta,
io ero Sicuro

Siamo tutti nazisti finché non siamo noi ad avere bisogno.

306

Dal quarto piano di questa gabbia
legato alla porta del mio passato
mentre l’orizzonte mi abbraccia mi inchiodo gli occhi,
per aver peccato
per non aver visto
aggrappato ad una nuvola di speranze
sudando per te,
io ero solo ma sentivo il tuo abbraccio.
Adesso nuovamente aprite tutti la bocca ma io non so come sfamarvi.
e se anche tu compagna empatia te ne sei andata
io resto qua
ti aspetto in questa fredda stanza perché senza di te mi sento ancora più solo.

Norway

Per il disgusto che provo per ogni vostra scelta
Per ogni vostro passo mai percorso
Per la vostra dispensa piena di superficiali certezze
Per ogni vostro minuto vissuto senza un abbraccio
Per ogni verità tenuta strategicamente lontana dalle mie mani
Per ogni vostro falso anniversario che avvicina la vostra morte
Per ogni mio momento di nausea
Per ogni interminabile attimo in cui il vuoto mi riempie,
io
vi ringrazio.