Vorrei portarti in cima ai miei pensieri,
adagiarti sopra quel groviglio:
una matassa ingarbugliata, scomposta, stanca, antica.
Ammirarti beato e rilassato come in una scena campestre di un qualsiasi film di Pasolini.
Ottundiresti i miei sensi fino a stordirmi,
quasi a farmi dimenticare da dove vengo,
senza l’obbligo di dover poi tornare.
Basterebbe poco,
giusto qualche ora alla settimana.
Posso?