Secondo anno
di ginkgo giallo,
c’è di nuovo che
mi mangio i denti.
Secondo anno
di ginkgo giallo,
c’è di nuovo che
mi mangio i denti.
Io sono fiato, trincee di velluto,
Miniere d’oro, stanze che erano.
Io sono polline, imperterrito d’ortica,
Soffitti per dormire, allegra,
Sogni da cagna.
Masse-moi mes pensées
avec tes mains expertes,
mais laisse-moi rester ici
enfermée dans ma boîte,
là où l’air est amer
comme de la fumée entre les dents.
traduction de l’italien : L.32
Tesori di plastica in tasche consunte
gli oggetti dei morti tessere e pettini
e spiccioli e chiavi occhiali e scontrini
materia mondana rimangono
a sussurrare a chi trova
l’invisibilità palpabile del
non biodegradabile
mentre tutto il resto è
non mai decomposto
ma cenere volatile
-gli oggetti dei morti.
Questo è
un inno
al cemento.
Ai piccioni mutilati,
alle zingare distrutte.
Perché come loro avanzo
(la pretesa d’esistere.)
Quando ti sento arrivare,
Passi pesanti per le scale.
Suoni tutti i miei campanelli,
Puntuale.
Quando ti sento entrare,
Senza troppo rumore,
Ti apro tutte le porte,
Ti faccio salire.
Accendo tutte le luci,
Quando ti sento venire.
(It's Sunday night) The Moon, covered by Her condom of light,
Tries to get lost in the sky.
Che spendo con me,
in ordine sparso:
panchine assolate, sentieri scoscesi,
piante grasse, accendini fioriti
nel buio, boschi calmi, post-it sparsi,
spine d’ istrice, secondi istrionici.
Che poi diventano ore.
Una visione del mondo come un'altra: subacquea.
I miei occhi slavati pendolari di centrifughe
son'lavatrici rotte, calze smagliate son' televisori senz' antenna, lampadine fulminate.
E proprio
come edera voglio
arrampicarmi sui muri di finestre
illuminate, avvinghiarmi al mistero dell’Altrui.