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Candele accese

Petali stesi a terra

Mi inoltro alla scoperta

Delle armoniose distese

del tuo corpo.

5:00 AM

Questa notte non dormo

Voglio restare da solo

Un pacchetto di sigarette

Un bicchiere di rum

E steso sul letto

Guardo il muro bianco

Pensando

 Agli scherzi della Vita

Ragazzi sulle panchine • IV°

E la sera ubriachi

Di alcol e risate

Tra una birra e una sigaretta

Il tempo ci scorre sulla pelle.

Piedi sui pedali

Ai 12, l’asfalto nelle ginocchia

rincorrendo un pallone di cuoio

nella piazza davanti alla parrocchia.

Le vecchie a messa, i ragazzi a l’oratorio.

 

È l’età dei primi ricordi nelle rime,

delle prime cazzate, amicizie e amori.

Nella testa, i ritornelli delle canzoni

cantati sotto calde piogge estive.

 

Ai 12, piedi sui pedali.

In discesa veloce, senza mani

Il vento scorre tra i capelli

Suono a tutti i campanelli

Corro . . .

Ed è già domani.

Vivo nei versi

Non basta

una vita sola.

Servirebbe vivere di nuovo,

per capire che dalla gola,

non passa il nodo

se respiri come un uomo.

 

Devi urlare,

abbagliare il cielo.

Vivere come un tuono.

 

Se la vita dura poco

 

Devi mostrar al mondo intero

che sei nelle tue parole,

non nella carne dell’uomo.

 

Lo specchio mostra il corpo dell’uomo

Le parole, la vita che vi è dentro

Credo

in Qualcosa di grande

che vive prima ed oltre la vita

Che chiude gli occhi

tra la fine e l’inizio del giorno

E non dorme

Mai

Cicatrici

La pelle ha memoria,

più dei diari,

delle foto, della storia.

 

Ha impresso il tuo passato,

le cadute, le botte,

le persone che ti hanno amato.

 

Le cicatrici sono fardelli,

del cuore sul corpo,

da indossar come gioielli,

Eterni, Pesanti,

e Saggi.

Un sogno sull’abete

La natura dà pace al mio vedere,

mentre la città si muove, lei continua a tacere.

 

Un palloncino giallo sulla cima di un abete,

voleva la libertà, grattava le unghie alla parete.

 

La natura qua, cresce tra le mani urbane,

selvaggio qua, è l’uomo che corre per le strade.

 

Un palloncino giallo colora il ciel del giardino,

Lui è il sogno sfumato di ogni cittadino.

Il sapore del viaggio

Questo sapore mi ricorda quell’ascetico viaggio,

in bocca è dolce … pungente, come sulla pelle la brezza di maggio.

 

È stato tutto vero?

Oppure della mente sono ostaggio,

imprigionato nella gabbia del miraggio.

 

Ricordo, procedevo con passo leggero,

tra le infinte dune del deserto caldo

e le funeste onde del mare di ghiaccio.

 

Questo sapore è maliconico e quel viaggio mi manca.

Oscillavo tra una fossa nera e una soave luce bianca …