Candele accese
Petali stesi a terra
Mi inoltro alla scoperta
Delle armoniose distese
del tuo corpo.
Candele accese
Petali stesi a terra
Mi inoltro alla scoperta
Delle armoniose distese
del tuo corpo.
Questa notte non dormo
Voglio restare da solo
Un pacchetto di sigarette
Un bicchiere di rum
E steso sul letto
Guardo il muro bianco
Pensando
Agli scherzi della Vita
…
E la sera ubriachi
Di alcol e risate
Tra una birra e una sigaretta
Il tempo ci scorre sulla pelle.
Ai 12, l’asfalto nelle ginocchia
rincorrendo un pallone di cuoio
nella piazza davanti alla parrocchia.
Le vecchie a messa, i ragazzi a l’oratorio.
È l’età dei primi ricordi nelle rime,
delle prime cazzate, amicizie e amori.
Nella testa, i ritornelli delle canzoni
cantati sotto calde piogge estive.
Ai 12, piedi sui pedali.
In discesa veloce, senza mani
Il vento scorre tra i capelli
Suono a tutti i campanelli
Corro . . .
Ed è già domani.
Non basta
una vita sola.
Servirebbe vivere di nuovo,
per capire che dalla gola,
non passa il nodo
se respiri come un uomo.
Devi urlare,
abbagliare il cielo.
Vivere come un tuono.
Se la vita dura poco
Devi mostrar al mondo intero
che sei nelle tue parole,
non nella carne dell’uomo.
Lo specchio mostra il corpo dell’uomo
Le parole, la vita che vi è dentro
Credo
in Qualcosa di grande
che vive prima ed oltre la vita
Che chiude gli occhi
tra la fine e l’inizio del giorno
E non dorme
Mai
La pelle ha memoria,
più dei diari,
delle foto, della storia.
Ha impresso il tuo passato,
le cadute, le botte,
le persone che ti hanno amato.
Le cicatrici sono fardelli,
del cuore sul corpo,
da indossar come gioielli,
Eterni, Pesanti,
e Saggi.
La natura dà pace al mio vedere,
mentre la città si muove, lei continua a tacere.
Un palloncino giallo sulla cima di un abete,
voleva la libertà, grattava le unghie alla parete.
La natura qua, cresce tra le mani urbane,
selvaggio qua, è l’uomo che corre per le strade.
Un palloncino giallo colora il ciel del giardino,
Lui è il sogno sfumato di ogni cittadino.
Questo sapore mi ricorda quell’ascetico viaggio,
in bocca è dolce … pungente, come sulla pelle la brezza di maggio.
È stato tutto vero?
Oppure della mente sono ostaggio,
imprigionato nella gabbia del miraggio.
Ricordo, procedevo con passo leggero,
tra le infinte dune del deserto caldo
e le funeste onde del mare di ghiaccio.
Questo sapore è maliconico e quel viaggio mi manca.
Oscillavo tra una fossa nera e una soave luce bianca …