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Nonostante io sia femminista sono cresciuta in una società patriarcale

Se i ruoli fossero stati invertiti
io non ti avrei mai
lasciato andare
senza darti un bacio,
ti avrei preso la mano
mentre ti stavi per girare,
ti avrei guardato negli occhi
e avrei posato le mie labbra
sulle tue.
Ora mi chiedo
perché non lo hai fatto?
Tu magari ti chiedi
perché non lo hai fatto tu?
Beh, il titolo parla chiaro.

XXV APRILE 2020

Una canzone suona per le strade
Una voce leggera intona le parole
Intrise della nostra storia
“O partigiano, portami via”
Ti prego di lasciar fuggire
Questo uccellino dalla sua gabbia
Dammi oggi la mia libertà
Fai che questa primavera fiorisca
Ed un vaccino ci renda immuni
Da ogni male che vive sulla terra
“E se io muoio da partigiano”
Lasciami volare libero nell’aria
Che oggi è più candida di ieri
Ripulita dalle nostre scorie
Fai che mi inebri come in passato
E che io possa riposare in pace
“Sotto l’ombra di un bel fior”
Perché ora il sonno è inquieto.

Sarà questa penna una spada
per trafiggere le mie sofferenze
riversando su una pagina bianca
il loro sangue d’inchiostro.

Il santo peccato

Prendimi qui
ora
fai che il mio sangue
macchi le lenzuola
lo voglio vedere
purpureo
in una grossa chiazza
indelebile.
Strappami via
la mia candida innocenza
e osservami
priva di ogni pudore
ascendere al cielo
e tornare tra le tue braccia.
Sporcami in quel modo
che ti fa venire voglia di lavarti
solo per poterti sporcare ancora.

2.36

Mi riecheggia nella testa
la voce estranea dei pensieri:
ti penso per assonanza.
Bevo un altro bicchiere
per ingoiare le parole
che mi impastano la bocca.
Potrei semplicemente sputare
e liberarmi di questo silenzio,
ma preferisco tacere
e sorbire l’ignoto,
sorso dopo sorso,
fino al fondo del giorno.
Dovrei prendere il treno,
ma forse è troppo presto
o troppo tardi
e l’ho già perso
insieme a tante cose
che non riavrò mai più.
Emulo le stagioni:
un freddo nascosto
da riscaldamenti artificiali,
le foglie secche
che lasciano il posto a prati in fiore,
un caldo svestito
zuppo di risate sospese,
una pioggia colorata
che annuncia un lungo grigio.
Uscirò senza cappello
perché il vento
non me lo possa rubare.

Massimo disturbo d’azione

Uno sconosciuto
entra nella mia testa
accende
il mio desiderio impuro
mi sfioro
ardo dentro
ma lui nulla può
se non offrirmi
immagini conturbanti
mi esploro
brividi estatici
percorrono il mio corpo
infuocato
da un desiderio implacabile
mi addentro
navigo in acque
che custodiscono un segreto
le vele spiegate
il vento in poppa
mi ascendo
per un istante
credo di vedere
oltre il velo di Maya
son sulla cima
mi libro in volo
precipito fra le lenzuola
un dolce sopore
accompagna l’uomo alla porta
l’innocenza è tornata.

Tramonta – Spogliandomi risorgo.

Strappami il cuore
adesso
non voglio più sentire
questo dolore.
Conficcami
un coltello nel petto
poi tiralo fuori
e guarda il mio sangue
sgorgare denso.

Non voglio più guardare
i tuoi occhi pieni di vita
nel tuo corpo immobile.
Non voglio più ricordare
i momenti felici
e sapere
che non torneranno mai.
Non voglio più provare
questa sensazione
di essere sola al mondo
incompresa
fraintesa.
Non voglio più aspettare
un amore
che non arriverà mai.
Non voglio più illudermi
che tutto andrà bene,
perché alla fine
va tutto uno schifo.

Guardo indietro
e tutto sembra grigio
nuvoloso
attraversato
da una luce metallica
che mi acceca.
Non vedo più la gioia
Solo rimorso
verità nascoste
impressioni sbagliate.
Vedo la mia immagine,
è sfocata.
I pochi che si accorgono
della mia presenza
non guardano oltre
quel riflesso distorto
e vanno avanti.

Uccidimi tu
perché se lo facessi io
sarebbe la scelta sbagliata.

Profumi anche più
della primavera.

Ode alle polpette

Mie care polpette,
Voi siete perfette.
Siete il pasto e lo spuntino giusto
Per sfamarsi e mangiare di gusto.
Che siate fritte o al pomodoro
Io vi mangio e mi ristoro.
Se non son vegetariana
È perché vi amo più del grana.
Siete la cosa più bella che ci sia,
Per la mia bocca siete una melodia.