L’effetto che hai su di me
modifica e corrode ogni causa
L’effetto che hai su di me
modifica e corrode ogni causa
La tua solitudine collima con la mia ombra
Si muove allo stesso tempo del sole
Non è nè un bacio nè un pensiero nè un sogno che ti dedico.
oggi è il giorno e l’oscurità mi sommerge
sento il peso del buio appropiarsi di me
riesco a toccarlo tastandomi coi polpastrelli
quanto è liscio e dolce
Non è nè un bacio nè un pensiero nè un sogno che ti dedico.
quando la vita ci prenderà sarà il nostro futuro
quel niente che sentiamo
quando ci ascoltiamo come conchiglie
potrà essere solo mare
Non è nè un bacio nè un pensiero nè un sogno che ti dedico.
la briglia è sciolta, le emozioni si dileguano
ti guardo e abbraccio il mio collo
come in una morsa
il respiro sale ma non trova vie di fuga
Non è nè un bacio nè un pensiero nè un sogno che ti dedico.
E’ un sospiro.
Con te come fine
giustificherei tutti i miei pezzi
Mangerei i tuoi capelli sciolti a colazione, merenda, pranzo e cena, ingrasserei e poi mi doserei, ci costruirei una dieta, la seguirei per un po’ ma non mi conterrei e ingrasserei di nuovo.
Li utilizzerei per profumarmi, mi ci struscerei dentro fino a perdere i sensi, li snifferei anche in overdose, laccio emostatico per bucarmi, unica droga a curarmi.
Li annoderei per ammazzare il tempo, ci farei una treccia talmente bella che sarebbe un gioiello, anzi un anello, da metterti al dito e far arrossire la pelle sia tua che degli altri, dall’invidia.
Li accarezzerei fino al tormento e cazzo, lo aspetterei così felice quel momento, in cui toccarli potrei,
poi mi sveglio
non ti vedo
e son solo
parole
per te
nel vento
“Come devo comportarmi con lei e i suoi occhi signorina? …Cambiano di continuo e in ogni loro cambiamento, che sia di luce, frangente, ombra o distanza, collimano esattamente con i miei. La soluzione è semplice e indolore ma le chiedo il permesso. Posso asportarli e tenerli con me? Sarebbero un portachiavi perfetto. In fondo lei cosa se ne fa se il riflesso in cui si specchia non è fondo quanto il mio? Cosa se ne fa se non può vederli come li vedo io?”
“…beh, io ero pieno di auricolari,
giorno e notte suonavan sempre
credevan di esser rime contro corrente
e io stupido
ai sordo-muti dicevo:
“sento sempre”
e si incazzavan di brutto,
battendo i pugni
inutilmente
intanto io in quel fracasso
immaginavo te
indifferente.
Con quel suono nelle mani
che nei nodi si perde
sicuramente”
Sei la farfalla che
battendo le ali
dall’altra parte del mondo
provoca uragani
nel mio
Ciò che non sai sono le doti concesse
dalle tue domande inespresse
le leggo avido, le colgo ancora acerbe.
Cercano riparo attraverso i tuoi “non so”,
“non ti conosco” , “potrebbe essere”.
Divengono il miele che duole
e mi conduce sicuro
a te, regina dell’insicurezza,
io che sempre,
mi avvolgo
nella facoltà di non rispondere
Nei tuoi occhi tinti di giada
mi sento dentro una fiaba-autostrada
tanto ingenua puoi esser dentro
quanto fuori appari cemento.
Il tuo viso è impulso che corre
sullo spartito sopra le corde
in un acerbo hotel di riviera
come un gin tonic il lunedì sera.
Ti vorrei donar la maturità
spezzandoti il cuor come il mio a metà.
Ma già lo sai, un mezzo più un mezzo
è uguale a uno spezzato lo stesso