Passano i nostri sospiri nella notte
nelle urla della città morente
Come fossero soltanto due viandanti
in cerca di quell’unico pezzo di vita
che ci fa ricordare il profumo delle nostri pelli
Mentre tutto il resto
brama attonito
il sapore dei nostri baci
che abbiamo chiamato
felicità.
Ho smesso di mettere la federa al tuo cuscino
da quando i tuoi trucchi sono rimasti nel mio bagno
che aspettano il momento di farti bella al tuo ritorno
E così tutto rimane
a prendere la polvere che tanto odi
mentre io cerco ancora
quel tuo dettaglio nella mia vita
che continua ogni giorno a farmi sentire il tuo profumo.
Che queste parole possano,
come grandine estiva,
risuonare nei tuoi pensieri.
Ricordo in te
quello che mi faceva venir voglia
di mangiare lo zucchero filato.
Mi facevi sentire dio.
Poi ho scoperto che eri Nietzsche
e che volevi solo uccidermi.
Accasciamoci
delicatamente
sui nostri sogni
e confondiamoli
cosicchè
al nostro risveglio
non sapremmo più
quale vita
stiamo aspettando di vivere.
E rimaniamo lì
in quelle foto senza sguardi
ma con i sorrisi
che ci regalavamo
quando
nel’apoteosi del nostro vivere
le nostre menti
lontani
si baciavano.
E ancora ti cerco in quel bar
dove una volta mi dicesti:
“Lo sai che i tuoi occhi
sono fatti apposta
per stare con i miei?”
Ti ho rivista.
E quello che una volta
mi faceva immaginare il mare d’estate,
ora,
mi fa rimpiangere
il cielo grigio di Milano.
Ricordo sulla mia pelle
quei baci caldi che ci scambiavamo.
Ricordo il profumo delle estati
passate ad inseguirci di notte.
Ricordo il colore del mare
che riempiva di luce i nostri sguardi.
Eppure
tra tutti questi ricordi
manchi proprio tu.