L.155

Nuvoleggiando solo
nel cielo del tuo viso
piansi parole usate
nel mare dei tuoi occhi sporchi.

Viviamoci
e abbronziamoci di luna
così da far diventare le nostri pelli
una casa vissuta dove abitare.

Potessi rinascere come tempo
rinuncerei all’infinito
per vivere soltanto
l’istante che accoglie
il tuo sonno più dolce.

Finsi d’esser mago
nell’incantare i tuoi occhi.

Finsi d’esser domatore
nell’ammaestrare la tua lingua.

Finsi d’esser io
nel compiacere le tue parole.

Eppure oggi
fingo tuttora
d’esser tuo

mentre ancora devo capire
a che finzioni volgono
le tue realtà.

Cucio i miei pensieri
e li scucio di notte
per renderti ogni giorno
il mio primo nuovo ricordo.

Come le parole crociate
ti lascio incompleta
nella mia perfezione.

Calante la notte
sul filo delle mie labbra
sta
mentre al cielo
fisso i sogni
a cui non ho ancora pensato.

Ti ho baciata mentre andavo via
senza peso
nell’equinozio delle mie emozioni.

Come quando si abbassano le luci nel tram
mentre tu ti trucchi di bellezza
mi immagino
se quell’attimo di notte
potesse celebrare la vittoria dei nostri sguardi.

E invece in un secondo
mi ritrovo affogato nella luce
dove imperterrito aspetto la vita
sognando un attimo di buio.

Ricordo le tue ciglia
sbattere sulle mie guance
mente fumavo
e mi rubavi
quei tiri di vita
che ci facevano
essere
come fumo
nelle nuvole.