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Quanta profondità; nell’abbraccio.

Pat.

 

Dubbi sul prezzo
che paghi
per essere uomo,
in questo tempo,
amare dolcemente
è quel qualcosa
che reca mancanze affettive
basilari,
poco attraente.
Che la poesia
possa lesionarmi
le ali
come legamenti
alle partite
davanti tutto San Siro,
esaurito.

(Giocherò)

Dune alte

 

Le dune
alte
fuori al mondo,
disagio
generazionale
non saper scegliere
di questo divertirsi
sterile.

Cadere

 

Caduti
in un mare
nel perdersi,
ci si sente marea
al ventre
crisalide.

 

Coltivo le parole coi respiri della pelle fragorosi

Stelle

Darei alle stelle
nomi che riflettono
tutte le fragili sfocature
del tuo nome.

Avrai forse petali
profondi alle radici
esposte dei gelsi,
interi mandorleti
dove notti di latte
dolci mi cullano.

Quanto può un’onda
avvolgermi nel
suo splendore?

Siamo

Siamo amanti quindi?
Gufi dentro alberi?
Siamo, quindi,
in questo stato di viandanti?
Note di una musica che profuma?
Siamo pelli da buttare
come serpenti nel loro mutare.
Vedi passano le stagioni
ma del mare ricordiamo
solo il suo invernale respiro,
passarci sopra
quei corpi d’amanti
nel loro frinire.

Onirico

 

Il pensiero
perso nel fondo
del caffè.
Ricorda di moka
l’onirico mio
pisciare sui curriculum
di aziende,
che vorrei bruciare.

Afono

Scrivevo così,
denti stretti,
tormentando
l’incavo sotto
le arterie,
scavando nella solitudine.
Un po’ per compassione,
un po’ per farmi forza,
sentire il coraggio vermiglio
spezzarsi di ali in fasci
di luce scarlatta.
Cosa sono istanti?
Sulla pelle, morsi,
battere sotto
quella pressione in bilico.
Quel moto browniano
di particelle su notturni,
scale da salire senza fiato,
come le parole, quando mi trovano
afono nel dirle.

Tutta questa voglia assurda di fare all’amore; mi uccide