Vedi, il vento esce ad ovest.
Le luci tagliano i frangiflutti;
il mare si prende tutto.
dal lungo mare fino
al faro è un’affresco parziale;
foschia su tela.
Noi poveri di vita
vestiti bene,
di aromi e visioni,
cicatrici espiantate
in demoni nella nostra follia.
Suona
la tua pelle
nel mio
interno
poesia.
Memorie giallo paglierino,
schiera di calici
in vecchie cantine.
Lì dove gli occhi
delle colline
incontrano il mare.
Dalla locanda,
si sentono
li spifferi delle montagne,
incastonate.
Oh eterna giovinezza,
danzi sospesa
nel vuoto
della tua siderale scoperta.
Dimmi
dalle vele
che motivo
c’è nel loro
spirare?
Quando
il cielo brucia
di verde
occhi
solchi fanno
all’anima
sfumature.
Pallido
Orizzonte
Sullo sfondo
Di questo schermo
Lucido.
Sogni vividi
Tu che ritorni
Dai pescherecci
In primavera
A portar colore
E stesure
Nuove.
Prosa spontanea
Come erbacce
Nei campi,
Fiori galleggiano
In un mare
D’inverno
Dove annegando
Mi rivesto.
Mi chiedono
Cosa farò
Venerdì sera.
Berranno
Tutti alla festa
Mi dico.
Si, ma tu che fai?
Io?
Mi struggo
A stringer
Del mio stomaco
Bile.
Passo la notte
Con le mie dislessie.
Inevitabile
Conseguenza
Di fattori
Esterni
Di questi giochi
Da frontiera.
Dove lanciamo
Ricordi
E ci bombarda
Inaudita
Questa nostalgia.
Chissà come
Scorre
Il tempo
Sulle tue labbra.