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Fiele

Rami spezzati

cadete lontano

il tronco è ormai secco

del colore del grano.

 

Pronto al raccolto

brilla dorato

sotto la falce

dal taglio affilato.

 

Si miete sempre,

durante una vita,

il campo è rinnovato

che pace infinita.

Mimesi

Vado a fare un giro.

Dove?

Non so,

cerco il freddo.

Tirami fuori
da questo angolo.
Prendimi per mano.
Sono sola
in questo luogo
fatto d’indifferenza
e grigiore
dove le giornate si susseguono
tutte uguali
identiche e noiose,
come pioggia battente.
L’estate
ha camminato a lungo
e ora che il freddo
è arrivato
sembra tutto
monotono.
Sono annoiata
fino alle lacrime.
Offrimi un diversivo.

Rosaria

Le tante strade
che segnano il tuo volto,
nonna,
percorrono un’epoca
dura e lontana
fatta di guerra e povertà,
di sacrifici
non sempre ricompensati.
Sotto le palpebre pesanti
i tuoi occhi, muti
sussurrano i timori dell’età.
Umiltà e testardaggine
sono la tua forza
e ora che il tuo corpo
si è fatto più piccolo
e sofferente
sembri tornare ragazzina,
fragile e orgogliosa.
Le tue mani
lisce, consumate
mi accarezzano compulsivamente
mentre mi tieni stretta
al tuo petto
qui sedute sul divano
e io torno bambina.

3 colli

Città di vento
che hai accompagnato
la mia infanzia,
ti osservo dall’alto.

Ora che più di prima
sei coperta di sole
e polvere,
so che mai sentirò
la tua mancanza.

Ritornerò ogni volta
per ricordare
e imparare nuove cose
dal mio passato
per nuotare
nel mare brillante
che solo Tu
sai offrirmi.

Ma ti ho già dimenticata,
non sono più
parte di te.

Inesorabilmente

Ormai sono dodici.

Sembrano ore
perché il tormento
resta lì,
immobile,
a osservarmi.

Tu ormai
sei polvere,
come quella che soffio via
dalla memoria che
ti conserva
come fossi un’istantanea.

Immobile.

Come il mio dolore,
chiuso in quella casa
semivuota
e abitata da estranei.

Il Dolore sa
come aprire quella porta
e ogni volta
si presenta in compagnia
delle mie debolezze.

Questo sentimento
di Egoismo,
così nuovo e inaspettato,
mi solletica il palato
e dà sapore.
 

Atrani 1.2

Nascere gabbiani

non è poi così male.

L’ho capito

guardando giù

dalla scogliera,

come tu non volevi.

Cosa mi diresti oggi?

Avresti i capelli bianchi,

come la terza conchiglia

che mi ha regalato

questa spiaggia nera.

Atrani 1.1

Un ricordo di me

galleggia

in questo mare

verde profondo.

Io che nuotando g-rido.

Provoco onde

tra le onde.

E tu – papà –

sospeso tra bianco, verde e roccia,

agiti la mano

sorridendo.

Ainda

Ando pela rua
com cara cor cinzento
com olhos perdidos
em pensamentos
dos momentos
que nunca mais
vou esquecer.
Porque não sou eu
que mando
mas, também se
só foi um engano,
eu nunca mais
vou te esquecer.
E agora apenas espero
o momento
que a memória
não vai ter sofrimento.