Non accenderò la luce
in quella stanza
Resterà
almeno la tua ombra
M.144
Supernova
Provo a risplendere
di una mia luce
ma i tuoi occhi
ne consumano troppa
Sorpreso
mi ritrovo spento
dopo l’esplosione,
in un angolo
freddo almeno come le coperte
derubate del nostro abbraccio
e nero del tuo mascara
sulla mia spalla
California dreamin’
E invece no.
Io sogno splendide tempeste.
Frequenzasincera
Riponi tu gli scudi, e prendi l’armatura
Poi tira via i vestiti, e strappami la pelle
E raschiami le carni, e levami gli umori
e caccia via poi i reni, il fegato e polmoni
E soprattutto il cuore,
che vive non sapendo,
involontariamente,
che palpita comunque,
chiunque lo accompagni
Poi guarda un po’ più a fondo,
ché sono trasparente,
E suonami pian piano
sfiorandomi col dito
Non vetro ma cristallo,
la vera e pura essenza
con suono assai profondo
a te sussurrerò
Attitudine
Alla velocità della testuggine
Al volto segnato da rughe
Alla pazienza di milioni di anni
di un ciuffo d’erba e nulla più scalfito
Saggia lentezza
Noi
neonati per Gaia
adolescenti del cazzo
Giochiamo a fare i grandi
viziati e veloci
Corriamo! Anzi, correte!
Io vi guardo
e mi faccio un caffè
Abisso
Sul bordo di un pozzo,
al turbinìo di sentimenti
lasci spazio
al buio che inghiotte
Codardo!
Illuso!
L’assenza della luce sul fondo
è il solo tuo eco
Io come
gli alberi a bordo strada
insudiciati dal fango
di buche odiate dalle auto
Immobile.
Attonito
testardo
dono ossigeno
Puntelli
I piedi chiodati sul parquet per non cedere
Bulloni
per tener saldo lo stomaco
e puntelli per il cuore
A metter me in sicurezza
quasi fossi uno di questi palazzi
-grigio cemento morente-
solo il tuo abbraccio
Aria
Non ala, ma volo
Né ossigeno, ma respiro
Non me,
Te