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filastrocca della buonanotte

come è strano il mondo
visto da quaggiù
e come è bello
tondo come un anello
dipingerò
col naso all’insù
un albero rosso
un cielo verde
un sole blu
voglio dormire ancora
per favore
non svegliatemi più

di sabbia e vino

piove
uno sciogliersi di nuvole
palpitante agonia
di una farfalla
le mie quattro ossa
biancheggiano
sulla sabbia
giaccio al suolo
come una lucertola
su di un masso
sotto un sole crudele
nausea di vino
odor di tabacco
niente paura
andrà tutto bene

respiro

rosso
rosso di sera
rosso al mattino
rosso come il tuo cappotto
come le tue labbra
rosso come una rosa
come il mio cuore
che batte
che sbatte
che soffre e si duole
che nasce e che muore
conterò i tuoi passi
mentre ti allontani
e quando si farà buio
mi fermerò ad ascoltare il tuo respiro

l’urlo

Nudo il mio pensiero
si trova a combattere
tra sogno e ragione
tra lucidità e follia
tra odio e amore
cerco risposte
ma trovo altre domande
cerco illusioni
ma trovo facili delusioni
le mie mani
aggrappate saldamente all’aria
al niente
sprofondo nel letto
sempre più giù
in un angolo della mia mente
ci sei tu
mi guardi ma non parli
vorrei afferrarti
vorrei toccarti
vorrei parlarti
poi
l’urlo della sveglia.

l’aquilone

Avrei voluto volare in cielo
come un aquilone
invece striscio a terra
come una delusione.

mare d’inverno

Hai mai visto il mare?
Se vuoi t’insegnerò il linguaggio del vento.
O se vuoi t’insegnerò a capire l’uomo.
È difficile sai.
Hai mai visto il mare?
Del come ci evitiamo.
Ci inganniamo.
Ci adoriamo.
Lo sai meglio di me qual’è il tuo ruolo.
Non devi chiedermelo.
Sai che non posso risponderti.
Ma tu non stai più ascoltando, e girandoti di spalle,
ti incammini per non so dove.
Hai mai visto il mare?

solo

Il caldo è insopportabile.
La mia gola brucia.
Il corpo chiede con insistenza il prezioso liquido.
Solo.
La distesa infuocata mi avvolge e mi soffoca.
Solo.
Chilometri e chilometri di sabbia.
Sono immerso nel canto del vento.
Sibila.
Nessuno ne capisce il linguaggio.
Solo.
Urlo la mia disperazione.
Nessuno può ascoltarmi.
Mi sveglio all’improvviso.
Sono disteso sulla sabbia.
Dall’alto una pallida luna mi osserva.
Mi alzo e mi guardo attorno.
Solo.

vertigine

Siamo come foglie al vento.
Pronti a volare alla minima brezza.
Cadere nel vuoto.
Su noi stessi.
Per poi rialzarsi di nuovo.
E cadere di nuovo giù, ancora più giù.
Senza sosta.

l’insostenibile pesantezza dell’essere

…e ogni volta che mi sveglio
mi allontano da te.