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Occhi berberi

I tuoi,
gettati nel gelido
inverno
della pianura padana
per tracciare piste
nella mia esistenza.

American Beauty

Ho visto la bellezza

era lì, tra le tue scapole meravigliose

Nude,

in quella schiena perfettamente liscia

da piangere e accarezzare,

volteggiava attorno al neo sul collo

si divideva posandosi sulle perle

che baciano i tuoi lobi,

si faceva fili che seguivano i tuoi capelli

raccolti in quello chatush

per ritrovarsi in quel viso

dalle linee così dolcemente

disegnate  da chi più di ogni altri

Ti ama.

Ogni volta che mi baci
nasce il mondo.

Francesca

Gli astri danzano,

la città dorme.

Gli astri dormono,

la città danza

e noi facciamo l’amore.

Futura

Quando ti troverò
basterà guardarci, senza inutili parole
mi perderò nel tuo sorriso
e sarai bellissima
anche se il mondo riderà di te.
Si farà l’amore fino al mattino
e poi di nuovo, fino a lasciarsi accarezzare
dalla fame in quel letto.
Un giorno inizieremo a pensarci
e finiremo per giocare a fare Dio,
mi conosco,
finirò per portarti la colazione tra le lenzuola
prima di svegliarlo per la scuola.
E se sarà femmina?
Si chiamerà Futura.

Vabbè

Ci siamo quasi,
lo stomaco si chiude e inizia a vorticare
l’una e trentasei è l’ora.
Lo guardo e puntuale si illumina,
scorro il dito e appare il tuo viso,
una scala di grigi
così bella, dolce e profonda
che vorrei poter perdermici dentro.
Tu scrivi,
io leggo la tenerezza che non c’è
ma di qualcosa bisogna pur vivere
e mi illudo e mi lascio cullare.
Parliamo del nulla
vorrei parlarne per sempre.
Si sta facendo mattina e non ho più sonno
scelgo di non risponderti più,
non potrei sopportare la tua indifferenza
e muovo per primo.
Rimango solo con i miei pensieri
la mia idea di te, di noi e i miei sogni
che non sono poi così diversi
Fisso il soffitto buio
e aspetto un’altra notte.

Paura

Perché scrivo?
Perché come De André ho paura,
paura di perdermi
in un mondo che non mi contiene.

Sogno

 

Mentre filtra la luce tenue

solo acqua fredda fuori e dentro il viso

niente cibo, lo stomaco si oppone

i vestiti a nascondermi dal mondo.

Attraverso la città nel silenzio

e il dovere mi spegne.

Ma poi eccoti sorgere tra la nebbia,

agiti i capelli e il tuo sguardo mi sorride,

come sarebbe bello.

 

Vergogna

Piansi quella notte

sotto le tue urla scesi in trincea

bassa la testa a cercare qualcosa nel petto,

il coraggio di guardarti negli occhi fuggiva lontano,

le spalle basse a toccarsi l’un l’altra.

Sotto il peso della tua delusione divenivo larva

incapace di reagire mi addossai le colpe

lasciando spazio solo al silenzio.

Passarono mesi, la vita si alzava al cielo

per il peso del vuoto che non sapevo trattenere.

Nelle notti più buie, bagnato dall’alcol

dovevo pensare a ciò che avevo perso,

poi ti rividi, il cuore batteva a festa

perso nel tuo sorriso che rifiutava di guardarmi.

Finché a guerra finita

non si intrecciarono le dita.

Liberazione

 

Cobain guarda la spada,

pensa alla sua bambina e sa.

Faber sorride all’ennesima sigaretta,

troppo bella per abbandonarla.

Jack stringe in pugno il fegato,

non c’era altro modo per dirlo alla madre.

Marco accarezza la neve,

in un mondo che ostenta amore ha trovato solo odio.

Io che non sono nessuno non ci riesco

guardo la finestra socchiusa,

sarebbe la cosa migliore

ma non ce la faccio.

Accarezzo i vetri freddi, qui nessuno mi vede,

la spingo con la fronte e mi maledico.

Perché non riesco a volare?