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Incontro esoterico con un teatrante di strada

Parlammo di Lune,
Adorammo le streghe,
Contammo, senza numeri,
i cerchi delle nostre acque.

La sua anima,
Impetuosa come un vulcano,
Gioiosa e travagliata
Come Dioniso.

I miei stagni,
Ritrovati mari
Al sussurro
D’un poeta di vibrazioni

Quel porto vicino
Spalancato ad orizzonte
Al magico suono
Di fiabe e favole.

Non lo conoscemmo
Il mistero del tempo
Che ci fece culla
Prima di tornare boia.

Ci amammo malamente.
Incontrammo sudore e riso.
E tra le carte
L’appeso, il matto o un dieci di coppe.

Negli occhi
Ho il sogno di sapere
I suoi cieli.
Di studiare i pianeti che tiene sulle dita.

Dalle labbra,
D’un fiato,
Una promessa:
Tornerò.

Con la bocca
dicevi
Di sentire il Paradiso.

Con le mani
Subdolo
Mi dirigevi all’Inferno.

Dimmi la fatica del mondo

Ti supplico:
non avere paura.
Libera il tuo segreto, Mamma!
Mi hai dato alla vita
Ora raccontami la tua!
Come sei arrivata qui?
Ti sei persa?

Sconosciuta,
Presentati!

19/12

Strada maledetta
Non bastavan le ossa
Hai voluto la storia.

Notte d’inverno
Non bastava la Luna
Ci hai rubato la fiamma.

Strada e notte
Mi avete donato
Cicatrici e quel che non siamo.

Assoggettata

Lo capisco, lo sento da un po’
È tempo di farmi Soggetto.
Emancipazione è la cura.
Ma dolce e assoggettata, tuo oggetto,
margherita in balia dei tuoi giorni
E delle tue notti,
Paziento

Impossibile è liberarmi dal giogo.
E tu non liberarmi.
Ingenua se pensassi che senza te il respiro tornerebbe regolare
Conosco la mia condizione di schiava, non ho libero pensiero. O libera scelgo pensieri da schiava.

Eppure l’anima grida, patisce, patetica.
Cerca calma piatta
Nel mare rapito dalla tempesta
Sola, stremata, sconfitta, stupida o forse innamorata.
Pazienta.

In viaggio con te.