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Bologna, 31 Ottobre 2020

Bologna non è nient’altro che
Un sogno ad occhi aperti
Il portico di San Luca alla sera è buio
Ultimamente i lampioni sono spenti
E le arcate si tingono
Del medesimo blu della notte
La morbida curva di Via Saragozza
Illuminata di rosso
Sembra un utero materno che ti avvolge
Senza claustrofobia
Bologna ti stringe a sé
E non ti soffoca mai
Ti tiene attaccato eppure
Ti rende libero

Via San Felice, 159/A

Prossima fermata:
Porta San Felice

L’autobus si ferma.
Alzo la testa appesantita

Dallo sconforto
Tutta un groviglio
Di preoccupazioni e ansie
Pensieri inutili che corrono troppo veloci

Con un sottofondo musicale lento.
Sulle colonne dei portici
Una scritta in azzurro prende la parola

(Sembra quasi voler urlare)
NON ABBANDONATE LE VERE AMICIZIE
DATE VALORE A CIÒ CHE AVETE

Andrea #3

Questo mucchio di versi per te
Che versi non sono
Scrivo prosa di scarsa qualità
Andando a capo quando i pensieri
Si accavallano
Cioè troppo spesso
Mio amore
Andrea
Mio desiderio ardente
Sogno realizzato che fa traboccare i miei occhi
Espandi il mio cuore
Gli fai respirare sentimenti nuovi
Mi fai sentire in una fase nuova della mia vita
Mi fai sentire quasi grande come te
Sono innamorata di quei tuoi capelli bianchi
Delle tue mani forti
Del tuo corpo da statua
Di ogni nodo sfaccettatura sfumatura del tuo carattere
Del tuo dolcissimo e morbido cuore
Che mai mi sarei aspettata di trovare
Il tuo amore per me è il rimedio
Per ogni mia insicurezza e ogni stronzata
Voglio solo starti vicino
Prendermi cura di te
E amarti
Finchè tu lo vorrai

Andrea #4

Tu dici che io sono pura
“Al contrario di te”
Ma per me sei sole caldo che sorge
In un cielo azzurro elettrico
Nel centro di Bologna
Canzoni stonate a due voci
Quando il sole scende
E il cielo torna elettrico e surreale

Sei risate che tolgono il fiato
Solletico sul letto
Poi lacrime negli occhi
Causate da uno sguardo troppo profondo
Troppo dolce
Troppo pieno d’amore

Nulla è più puro del pensiero di te
Del tuo essere te nella mia testa
Del tuo essere te con me
Del tuo essere te
Sopra ogni cosa

Tu dici che i miei capelli
Sono biondo caramello
E che anche se il caramello lo odi
Mangeresti volentieri un mio capello
Pur di interiorizzare ancora meglio quel ricordo

(Di nuovo il mio capello sul tuo lenzuolo
Il tempo passato in camera tua
Col lambrusco sulla scrivania
Un po’ a terra un po’ sui miei vestiti
Un po’ sulle tue labbra)

Io però tra i tuoi capelli castani
Amo di più quelli bianchi
Bianchi come neve in cui mi tufferei
E con le guance rosse
Farei mille giochi da bambini con te
Pur di regalarti un altro po’ di infanzia
Le ultime nevicate
Prima di diventare grandi insieme

Andrea

Lui rolla una sigaretta
In mezzo all’aria piovosa di via del Pratello
Il presagio del temporale e la concentrazione
Rendono i suoi occhi più castani

Cammina verso di me
Nell’aria pesante di via Saffi
Mi raggiunge stanco felice sorridente
Abbracci forti che fanno cigolare le ossa

Ancora pioggia e poi cielo chiaro
Via Galliera è un giardino di portici
Il suo profumo sui cuscini e i tappeti sui muri

Ancora via Galliera
Sento il mio cuore bussare al suo
La violenza dei battiti scardina le porte

JOLENE

Avevo letto il tuo nome
Nel titolo di una poesia
Poi l’ho letto davanti alla gente stupita
Ora ti ritrovo nella voce ruvida e dolce di Ray Lamontagne
Jolene fiamma di cocaina nelle mie vene
Ragazza col nome di fiore

Non so ancora cosa significhi l’amore
Mi ritrovo con la faccia in giù in un fosso
Alcol nei capelli, sangue sulle labbra
Nella tasca dei miei jeans una foto di me,
Che stringe una foto di te

Così io continuo a guardarti e mordermi il labbro e a ridere troppo alle tue battute

Come Bradamante rosa pervinca nuda per metà scaglia il suo pugnale
(Non col gesto della perfetta maneggiatrice d’armi che essa era recita la storia – non con la massima fermezza, qualcosa di lui forse la distrae)
E di poco manca la fronte di Rambaldo
Curioso incantato
Dopo un attimo lui ha dimenticato
La vergogna e il gesto furioso:
È già impaziente di ripresentarsi alla sua adorata

Autoportrait d’une soirée triste

Ma chérie
Ce soir tu es une Vierge de la Renaissance
Le visage rose inclinée d’un côté
Aux grands yeux verts
Avec l’ajout grotesque
De deux cernes violacées

Vestito di luce
Vestito del sole della luna
E delle stelle insieme
Il suo nome mi era già familiare
Ma la maniera in cui risplende quest’uomo
Mi è nuova
È illuminato e luminoso
Riflette la luce più alta che ci sia
E brilla della propria
Mi si è avvicinato
E mi ha raccontato storie antiche
A cui mai avevo prestato ascolto
Mi ha chiamata per nome
Con la dolcezza più sublime
Lui conosceva il giorno in cui sono nata
Prima ancora di saperlo
So che lui pratica digiuno e sacrificio
E non trasmette alcun dolore

Si schiudono le sue labbra
In un sorriso raggiante
Gentile
Sicuro

Si è schiuso il mio cuore

5:29

Il nulla mi sveglia
Fili argentati di luce filtrano sul mio letto
Fuori un cinguettio quasi assordante
Musica di foresta tropicale
È il concerto mattutino della natura indisturbata