Sento di negar questo mio cuore,
Che mai possa veder luce.
Ad aggrapparsi a tal certezza,
Che quasi tutto si offusca alla vista.
Sento di negar questo mio cuore,
Che mai possa veder luce.
Ad aggrapparsi a tal certezza,
Che quasi tutto si offusca alla vista.
Mi chiedi cosa io veda in te.
Una vecchia foto, di un tempo passato,
il quale “fù” non potrà mai ritornare.
In nome della bellezza che c’è stata,
legittimata dalla sua nascita,
consacrata alla sua morte.
Un mausoleo nel quale deporre fiori, come in ogni foto che ritrovo in questo cimitero di cui ho le chiavi.
C’entro ogni tanto,
mi fa sentire vivo struggendomi nella melanconia di quel “fù”.
Di ri-nascita e di morte,
come molteplici vite.
Davanti a me quel “sarà” il quale a fatica riesco ad aggrapparmi.
Rimane poi il disgusto di una spenta speranza
La rossa è tramontata.
Tornano le stelle protagoniste
a Narciso sul calmo mare,
e l’tuo sorridermi, d’incanto,
cela la magia del firmamento
che da contorno ne sagoma il viso.
Osservo te, fisso, e tutt’attorno scompare.
Questo tormento,
rapsodica inquietudine
che d’animo ci assale.
Derisi dalle Stelle,
ci guardano compassionevoli.
L’ammiccante armonia del mare
ch’ogni ombra cancella al suo splendore.
Il tronco in balìa,
tra il restare e voler andar via.
Frivoli pensieri si adagiano su di un letto salato,
denigranti intrighi struggono quel filo logico e illusorio che a fatica tendo.
Ritorno poi a cullarmi,
in balìa,
tra il restare e voler andar via.
Minando il cuor d’ogni mio peccato,
assento la tua affinità
rivelatasi autentica.
Non era squilibrio morale,
credo fosse la più tenera delle cose.
Amore
Quel che non risulta agli occhi,
L’anima fa danzare
Vi si guarda in Faccia,
logoranti dal passato, mangia anime senza etica, predicatori e predicatrici del bene indotto da un sistema scarnante della vostra stessa vita,
passate inosservati,
celati dall’amabile che apparite.
Vi si guarda in Faccia,
abbagliati dalla vostra propensione nel mascherar quel che siete.
Vi si Adora, e voi ne ripagate nutrendovi di tutto, rigettando l’indubitabile avanzo dopo esservi imbottiti.
Vi si guarda in Faccia,
scherniti dalle vostre debolezze, trasformate ora in falso vigore,
ci lasciate a morire dissanguati da un amor che solo inganno era.
Ma che colpa ne avete, vergini vittime.
Vi si guarda in Faccia,
seppur con lacrime nascoste,
Vi si Sorride.