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A sangue freddo

Ci sono angoli del mondo fatti di bene e piena luce
Dove continuerò a vedere te nella distanza che trattiene il respiro
Ci sono i frutti della tarda estate e l’ombra dei fichi
E Notti in cui ci svegliamo intrecciati credendoci una scogliera

Da quel giorno ti penso sempre come uno strano sogno da mordere
Come L’ultimo disegno sul taccuino di un esploratore
Con parole segrete parole in codice parole da non dire
Da quel giorno ti penso sempre come la scuola del pane

Dovresti guardare di più il cielo che si spalanca tra le tue mani
Vedresti svolazzare piccole verità in piccolissimi gesti
E In mezzo a racconti di crimini con un sapore romantico
confidare nella tua leggera muscolatura… A sangue freddo

La bella estate (Albert Camus)

Quello che posso prometterti
è solo Il ringhio dei cieli
E i baci sugli occhi
che alluvionano d’imbarazzo

Insegnarti a guardare il mondo
come appena usciti dal letargo
Nella carne che incontra se stessa
Impastata di mare e primo mattino

Con la mano tra le tue cosce
pensavo ad Albert Camus:
Accelerando su una strada
di campagna lungo il fiume

Mentre In un universo parallelo
dove non ci è dato avere paura
Volavamo a mezz’aria in abbracci
che non fanno avanzo di spazio

Eri la mia bella estate
ed era solo l’inizio…

Storie per non dormire

I sogni che si fanno nelle camere di vecchi alberghi
Hanno il sapore di battiti assediati da cani e coltelli
O della techno nell’aria di campagna pensando alla morte
Al regno animale e alle complicazioni dell’amore

Tre ragazzi strisciano sull’asfalto mazze da baseball
Non vedo dove vanno ma sicuramente non è un gioco
E quel che resta di te ormai è solo un grido è il tuo volto
Che non potrò mai dimenticare nascosto in una preghiera:

Pensa se ogni giorno
potessimo reincarnarci
In un animale diverso:
Chi sceglieresti per primo?

Guarda li vedi quei fiori?
È finito l’inverno…

Uno dei segreti più belli delle nostre vite

Si parlava di tradimenti in viaggi in treno ad inseguire l’alba
mentre travestito da latitante nascondevo le tracce del mio passaggio
E immaginavo pericolosamente la geografia dei tatuaggi sul tuo corpo
C’era un odore di lupi ad annunciare ogni volta il tuo arrivo

È Ancora una volta l’alba in una città di mare dove se guardi bene
vedi il porto e quella bellezza di cui ogni vita necessita
Volevo regalarti uno dei più bei segreti delle nostre vite:
Non saremo mai più giovani come adesso amore mio

Eri già ricoverata nella clinica dell’abbandono
mentre Io di notte sognavo miracoli e circoncisioni
Giocavamo ad inventare la più bella strategia di fuga
Tutto era silenzio tra noi era il giorno dopo la fine del mondo

Tu invece dovevi ancora arrivare
forse non lo farai mai rimarrai mistero
Un cielo pieno di pesci viola
così immagino guardare nei occhi

Ti aspetto con in mano un bouquet di notti d’infanzia
In un campo allo sbocciare della pura grazia

Un’alba per un castello

Qualcosa stava per spezzarsi o così sembrava
Forse i nostri corpi dopo il turno di notte
In attesa di stagioni furiose come padri disperati
O di un nuovo dio da truffare e dimenticare

Mi sembrava di averti già incontrata ad una festa
In una Parigi che non c’è più, cent’anni fa.
Questo era il sapore che lasciavi intorno la mia bocca
Quando mi lasciavi nudo a letto e scappavi via non so dove

L’ultima promessa d’inverno lasciala sulla mia lingua:
Succederà qualcosa di vergognoso in pieno giorno
Quando volando riempirai la stanza di minuscoli pesci rossi
e io mi trasformerò in un pomeriggio di un isola deserta

Ma nessuno si preoccupi per i nostri addii
Delle nostre vene disegnate dai fulmini
Delle amnistie concesse in attimi irreali
O Della nostra alleanza senza parole

Tu scambieresti un castello per un’alba?

I secondi che ci separano dallo spettacolare crollo della diga

È cenere dispersa di sale azzurro il nostro arrivederci
Insopportabile bellezza di chiese vuote nel cuore della notte
Un incidente di felicità o giustificazioni in controfuoco
Corteggiando il pericolo lungo il precipizio

Ti lascio una mappa per attraversare la vita a velocità di cometa
L’incantesimo per trasformarti in un rovo di more
Ti lascio I gesti calibrati da attori della Hollywood underground
Il segreto di una festa che conosciamo solo io e te

Se solo il cane avesse smesso di sbadigliare un secondo prima
Forse Tutto sarebbe andato in modo diverso
Ma stavamo combattendo la nostra battaglia indecisi
Sull’aver il coraggio di partire o scegliere quello di restare

Ma La bestia si annida lungo il suicidarsi delle cose
Li dove i Sogni tolgono la voglia di essere raccontati

Poi Il silenzio era riuscito a vincere la sua battaglia
Contro il tuo respiro dopo aver scopato

Carità

Perfezionavamo la fame e la sete
Per nascondere le nostre tracce
E Con astuzie dei corpi migravamo
Verso perdute geografie minori

Eri bella e feroce nel tuo sorriso al contrario
in uno sguardo che non ha dove posarsi
Carità sulla polvere del mondo
Sulle sue briciole sul suo polline

La tua voglia che smisurava al ritmo del mare
Era Una superstizione a cui non credere
Era Farci monasteri di silenzio prendendo fuoco
Una favola malvagia sulla Ricchezza di mandorli

Ci sono tre fiammiferi inceneriti sul tavolo…
Oggi il cielo ha qualcosa da nascondere…
Poi in quell’attimo ci tuffammo in una poesia
Che era terra di poveri con fiori sulla lingua

Lì dove tutto dev’essere accoltellato

Erano Tempi di addii guerrieri in stazioni maledette
E viaggi in treni notturni pieni di tristezza
Con la ferocia di chi sorveglia tempeste e rovine
Stringevamo i denti nella vita fino a farla sanguinare

Nella notte della luna del cervo e del bianconiglio
Con i nostri commerci cercavamo di fare ingelosire il cielo
Pagando dolci castighi con gli amen delle nostre grida
Stanandoci impauriti di nascondiglio in nascondiglio

Provavamo a confonderci forse a confortarci
Imparando a leggere il fondale marino, le crisi dello zodiaco
Il linguaggio dei fiori o la cenere di case incendiate
Con la speranza di naufraghi in cerca di buone notizie.

E Ancora Ci inseguiamo sempre anche se ci perdiamo sempre:
Nel rumore del passo di un grosso felino
Nei nostri racconti del terrore e della buonanotte
Fin dentro un sogno di cui si ricorda solo la pioggia

Fin lì Dove tutto dev’essere accoltellato

I veri ladri amano troppo

C’è già un rigoglio tropicale attorno al ricordo di te
E rifugi scadenti, porti di sfortuna, pericoli tranquilli
Praticavamo il silenzio trafficando in corone di rami di corallo
Prigionieri che saltano subito alla gola per giustificarsi

Credo che niente serva ormai contro il nostro fare foresta
Contro il nostro innocuo prendere e disperdere la mira
Nemmeno mentirci come fanno i temporali e le guarigioni
O ingoiare l’ancora e uscire finalmente allo scoperto

Al principio come bestie di miseria a digiuno da giorni
Per somigliare a dei sopravvissuti o a bambini indomabili
ci perdonavamo ogni cosa ogni impronunciabile segreto
Ma è meglio che tu non sappia la verità di quelle notti

Era solo per derubarti che ti guardavo negli occhi…

Nel silenzio d’averti intorno

Ci incontravamo in un porto del Mediterraneo
Per Scambiarci un segreto e l’indomani sparire
Eravamo Abituati a stare in mezzo agli spari
A degradare la distanza tra il furto e la la fame

C’era un ventilatore al soffitto
per una donna dai climi caldi
Il risarcimento di un incubo
E la confisca di un sogno

Tra la mia bocca e la tua battaglie per disarmarsi
Avvisi ai naviganti nel disperdersi della notte
Una voce chiama ciò che non può perdere
Indecifrabili segni nel silenzio d’averti intorno

E mi assale l’odore di un mare irraggiungibile
Un punto morto nel cielo angeli in esilio
Tutto dipende da come il blu t’impaura
Dal vento lungo la pelliccia del lupo