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A.136

tre del mattino

Mi sono perso,
sì, per un attimo sono scomparso.

I bagliori cristallini del mare facevano lampeggiare i miei occhi

ma è stato solo un attimo

ora sono qui
cerco invano di convincermi che non sono io quello seduto nel buio d’un bagno a Bonola
ma invece sono proprio io

Le mie ginocchia tremano per il freddo,
per la paura. È inverno.
Qui è sempre inverno.

Chiudo il libro, sono stanco di marinai, spiagge fantastiche e gabbiani
Sono stanco dei bagni, della mia casa, dell’autobus che non passa,
di svegliarmi alle sette, della penna che non scrive.
Sono stanco ma non prendo sonno, non posso.

“vai a dormire, pezzo d’asino”
tuona mia madre, dall’altra stanza

Mi guardo allo specchio
il solito pasticcio d’atomi con ciabatte sceme
il solito.

Penso a lei
e a quanto sono idiota.

 

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